Lecco, D'Agostino: "Fonseca allenatore top, non è facile sceglierne uno migliore adesso"

10.05.2020 12:38 di  Marco Rossi Mercanti  Twitter:    vedi letture
Lecco, D'Agostino: "Fonseca allenatore top, non è facile sceglierne uno migliore adesso"
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Gaetano D'Agostino, ex centrocampista della Roma e attuale tecnico del Lecco, è stato intervistato da Roma TV durante il nuovo format "A casa dell'ex". Ecco le sue dichiarazioni: 

Hai passato un periodo particolare essendo l’allenatore del Lecco…
“All’inizio l’abbiamo presa come un gioco, sembrava una normale influenza. Nel giro di 10 giorni siamo stati catapultati in un incubo, non si poteva uscire, c’erano posti di blocco e sembrava la guerra, ci hanno invitato a stare a casa anche in isolamento volontario. Siamo rimasti 2 settimane dentro casa, fortunatamente abito sopra un centro commerciale perché era dura anche fare la spesa. Parlando con la società, ho mandato a casa tutti i calciatori perché stava diventando dura, i giocatori mi chiamavano in continuazione e il 24 marzo sono venuto a Roma, dove ho fatto altre due settimane di isolamento, io ero in camera da letto e i miei bambini erano al piano inferiore, io mangiavo in camera. Per carità, la casa è grande ma non poter vedere né toccare i bambini è stata dura, ero quasi un latitante”.

Stai facendo un buon lavoro a Lecco…
“Sì, lo posso dire a gran voce. Sono subentrato che eravamo penultimi e, se dovesse finire il campionato, saremmo salvi con 8 punti di vantaggio. È normale che abbia avuto la complicità di allenare di ragazzi disponibili e questo mi ha facilitato il compito. Lecco è un piazza calda, atipica per quelle parti. Sono contento e ora aspettiamo, egoisticamente qualsiasi decisione si prenderà, noi siamo neutri perché non siamo né ai play-off né ai play-out”.

Qual è il tuo modulo?
“3-4-3, 3-4-2-1 a seconda delle caratteristiche degli avversari, in genere gioco con i due trequartisti, con il 3-5-2 cerco di allargare la difesa. Penso di mantenere un certo equilibrio, siamo difensivi ma propensi ad attaccare”.

Perché De Zerbi viene preso come esempio?
“Da quando è partito con il Foggia è stato sempre camaleontico, non ha un modulo di base ma ha una filosofia di gioco. Ha fatto tanti moduli e sta facendo ottime cose, lui è molto bravo ad allenare il tempo e lo spazio. A me piace anche l’Atalanta che ha giocatori come Toloi e Palomino che vanno avanti, creano superiorità numerica. Io sono più propenso nel giocare in un determinato tipo di ruolo ma nel calcio moderno occorre essere duttili e cambiare. De Zerbi sta migliorando anche in fase di non possesso, all’inizio faceva un po’ di fatica quando ripartivano gli avversari. Sono convinto che sia pronto per una grande squadra”.

Tonali ti assomiglia secondo te?
“Ho sentito parlare anche Totti a riguardo e penso abbia ragione, è il giovane più interessante che abbiamo. Onestamente non mi ci rivedo perché lui è meno bravo nella verticalizzazione immediata, lui secondo me come valore assoluto può diventare più forte, ha fisicità, muscoli, capacità aerobica importante, sa portare palla in maniera importante. A 19 anni né io né Pirlo eravamo così, non eccelle nella fase di velocità di pensiero ma ha ottime caratteristiche in tutte le sfaccettature del centrocampo, è uno dei più completi degli ultimi anni”.

Qualche rimpianto nella Roma?
“L’unico rimpianto, se così vogliamo definirlo, è che ogni tanto mi viene il pensiero di vedere i centrocampisti che ha avuto la Roma, hanno sempre cercato un certo tipo di regista. Prima che arrivassero De Rossi e Pizarro, se qualcuno avesse intuito che potessi giocare lì, sarei stato più anni alla Roma. A parte Bruno Conti che mi ha avuto come talento, nessuno ha avuto l’intuizione di farmi giocare lì”.

Sei stato visto più come trequartista…
“Forse sì, poi mi hanno paragonato con Totti...”.

Un giudizio su Fonseca?
“Lui vuole controllare la partita attraverso calciatori che sanno quando si deve offendere, quando si deve alzare il ritmo o abbassarlo. Lui è arrivato, ho seguito la preparazione e all’inizio ero preoccupato perché non pensavo che con quella difesa si potesse giocare alti. Lui si è adattato alle caratteristiche dei calciatori ed è una sua capacità importante, lui diventerà uno dei top. Sa parlare, sa gestire la stampa romana e non è facile per le pressioni che dà, spero possa diventare un top nella Roma, non è facile sceglierne uno migliore adesso, lo vedo dietro Klopp e Guardiola”.