Larissa, Festa: "Poco equilibrio nella Roma, mi sono un po' ricreduto su Fonseca". AUDIO!
Gianluca Festa, ex difensore e oggi allenatore del Larissa, è intervenuto in diretta a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto: "Due anni fa mi ero dimesso con tre anni di contratto, dopo una bellissima salvezza, perché avevo qualche divergenza con la società. Sono passati due anni, la squadra è in difficoltà: mi hanno richiamato e ho accettato volentieri questa sfida non facile, spero riusciremo anche stavolta a rimanere in Super League".
Trova una squadra ultima in classifica.
"Sì, non c'è una condizione mentale ottimale e neanche fisicamente sono troppi preparati. In queste settimane sono arrivati otto-nove giocatori nuovi, tra chi proposto da me e chi dalla società, e abbiamo alzato un po' il livello. Proviamo a ricreare il giusto entusiasmo".
Ha tentennato nel dire sì?
"Avevo offerte da altre squadre greche, ma qua conoscevo già l'ambiente: con la città ho sempre avuto un ottimo rapporto".
Domenica trovate subito l'AEK.
"Sarà difficile, ma se devo essere sincero sono abbastanza fiducioso. Tecnicamente sono superiori, speriamo di compensare con entusiasmo e organizzazione, senza lasciar loro spazi. Sicuramente daremo battaglia".
Lavora col suo staff?
"No, ho praticamente richiamato quello di due anni fa. I costi per uno staff italiano sono elevati in questo momento per le società greche: non è la stessa cosa ma mi trovo bene e sono contento così".
Come si spiega un Cagliari così in difficoltà?
"Non è questione di allenatore o altro, ci sono giocatori con esperienza in grandi squadre e forse sì, non si sono mai trovati in situazioni così, ma sono i più pagati e loro devono assumersi le responsabilità per trainare gli altri. Se ti chiami Godin o Nainggolan non è solo quando vai a fare il contratto. C'è bisogno di cambiare mentalità e pensare che c'è da dare l'anima ogni partita, perché giocano in una squadra che rappresentano un'isola, un popolo intero. Se ti pagano tanto devi metterci la faccia, e provare a portare a casa le partite lottando".
Era lecito attendersi di più da Inglese?
"Quando l'ho allenato gli avevo pronosticato una carriera in Serie A. Di certo è stato sfortunato, tra infortuni e squadre in cui ha giocato meno: a un certo punto, sì, mi aspettavo di più. Peccato perché è un ragazzo in gamba, con grande voglia ed è migliorato molto anche caratterialmente, perché abbastanza timido. Ricordo che al Lumezzane era anche troppo emotivo, però è arrivato a certi livelli e mi auguro che possa riprendersi. Io l'avevo consigliato al Cagliari ma non mi hanno dato retta".
Torregrossa sta arrivando ai risultati.
"Ha fatto la gavetta, è un giocatore valido che ci ha creduto e ci crede ancora. Si sta ritagliando una carriera importante e gli faccio gli auguri, perché è un ragazzo davvero in gamba".
Come giudica la stagione dell'Inter? Se non arrivasse lo scudetto?
"Ci si aspettava di più. Non si può parlare di una stagione felice, già oggi sono fuori da ogni competizione tranne dalla possibilità di vincere lo Scudetto, che comunque non sarà semplice viste le concorrenti".
Ingiusto discutere sempre Fonseca?
"Per me sta facendo un buon lavoro, ma è mancata consistenza nelle prestazioni. Abbiamo visto partite molto buone della Roma e poi, anche in modo incomprensibile, errori e prove non all'altezza: è mancato dell'equilibrio. L'allenatore mi sembra valido, ma credevo che avrebbero potuto lottare per lo scudetto: oggi mi sono un po' ricreduto".
Dura ricucire con Dzeko?
"Togliere la fascia non è un bel segnale né per la squadra né per il giocatore: indica disagio nella società, e credo che questo non faccia bene. Lo scivolone non è stato da poco, immagino che stiano provando a ricucire".
Si sta costruendo uno zoccolo duro di italiani anche nelle big?
"Vero. Si prova a valorizzare i nostri giovani, che sono molto validi. Penso a Barella, che secondo me è la mezzala migliore in Italia al momento, riuscendo a unire qualità e quantità. Come lui ce ne sono altri molto interessanti: la valorizzazione dei giovani italiani è una politica giusta, c'è bisogno di dargli la possibilità di giocare come succede negli altri campionati".
Quale l'allenatore ideale della nuova generazione?
"De Zerbi. Giovane, esprime una filosofia di calcio precisa e sa quello che vuole".