La Roma di Gasperini: ambizioni, punto della situazione e sfide attuali

Dal 6 giugno 2025 la Roma ha ufficializzato Gian Piero Gasperini come nuovo allenatore, affidandogli la responsabilità di rilanciare il club in Italia e in Europa. Sotto la sua guida la formazione giallorossa ha iniziato il campionato con due vittorie su due giornate: prima ha battuto il Bologna in casa, poi ha vinto a Pisa. Questi risultati offrono una prospettiva iniziale positiva, utile per costruire fiducia nel gruppo.
Dopo anni altalenanti, la Roma ha deciso di puntare su un tecnico che sa imprimere un’impronta riconoscibile e che ha già lasciato il segno in Italia e in Europa. L’esperienza all’Atalanta, culminata con la vittoria dell’Europa League 2024, resta un punto fermo del suo curriculum: un trionfo che ha trasformato una provinciale in una protagonista internazionale.
Lo stile tattico e la mentalità di Gasperini
Sin dai primi giorni a Trigoria, Gasperini ha mandato messaggi chiari: niente alibi. La sua Roma deve correre, pressare alto e proporre un gioco verticale, aggressivo e moderno. Il sistema di riferimento è il 3-4-3, modulabile in 3-5-2, con difesa a tre e grande utilizzo degli esterni. L’idea è quella di una squadra che difenda e attacchi in blocco, cercando di riconquistare palla il più avanti possibile. È lo stesso modello che a Bergamo ha fatto scuola e che ora viene esportato nella Capitale.
“Disciplina e meritocrazia” sono i due cardini che filtrano anche dalle prime scelte: gioca chi dimostra più intensità, a prescindere dal costo del cartellino. Non a caso alcuni dei nuovi arrivati come Ferguson o Wesley sono stati subito promossi tra i protagonisti, mentre nessuno può sentirsi sicuro del posto. Persino i leader tecnici come Dybala ed El Shaarawy sono chiamati a guadagnarsi il campo giorno per giorno.
Un altro concetto chiave del Gasp è l’impatto dei cambi: ogni sostituto deve offrire lo stesso livello di intensità dei titolari, perché ogni minuto può risultare decisivo in una stagione lunga e faticosa. In sintesi, la “rivoluzione” tattica nella capitale è già partita: si punta sulla crescita dei giovani, sperando in un mix di entusiasmo e pragmatismo.
Rosa e mercato: incognite e prime risposte
Il calciomercato estivo della Roma è stato molto discusso perché, nonostante otto nuovi acquisti, diversi addetti ai lavori – e anche il mister in prima persona – lo hanno giudicato incompiuto. La società, anche se è sfumato il ricco accordo con il sito scommesse Stake, ha inserito giocatori di prospettiva (El Aynaoui, Ziolkowski, Bailey, Ferguson, Ghilardi, Tsimikas), ma non ha portato quel rinforzo offensivo di cui Gasperini chiedeva conto. L’allenatore stesso ha ammesso che l’attacco “è il reparto che richiede più attenzione e investimenti. Non nego che avrei voluto una maggiore presenza”, ribadendo in conferenza che “dipende da quanto saremo forti in attacco: le squadre coi giocatori forti in attacco sono più competitive”. In pratica, Gasperini aveva chiesto esplicitamente un attaccante/trequartista forte da poter utilizzare (se possibile, favorendo soluzioni già pronte come quelle di Dybala o El Shaarawy), ma nel rush finale l’unico colpo davvero “in più” non è arrivato. Come riassume il nostro editorialista, “alla fine la Roma si è completata senza accontentare l’unica richiesta di Gasperini, quella di portare un attaccante da mettere a sinistra”.
Il tecnico piemontese ha finora cercato di gestire la situazione con pragmatismo: ammette di trovarsi “quasi completo, ma un po’ scoperto in alcune zone”, pur lodando la disponibilità della proprietà sul piano economico. Senza una punta vera in più, la Roma dovrà puntare su alcuni giocatori da recuperare (Baldanzi, Pellegrini, Dovbyk) e sulla crescita di elementi come Ferguson o El Aynaoui, sperando che il nuovo assetto tattico dia loro modo per esprimersi. Intanto i risultati sul campo sono stati incoraggianti: la squadra ha conquistato i primi due incontri di campionato (6 punti su 6) mettendo in evidenza lucidità offensiva e personalità. La speranza è proprio che questi sei punti iniziali «portati in tasca» siano la base per continuare la scalata.
Obiettivi in campionato: realismo e ambizioni
Dal punto di vista degli obiettivi, la proprietà Friedkin ha sempre voluto alzare l’asticella: come ha ribadito Ranieri, la Roma “non è una squadra che non ambisce a entrare nelle coppe”. Il nuovo allenatore è stato scelto anche perché “ha nel suo pedigree la qualità di scoprire e tirare fuori il meglio da ogni giocatore”, qualità utile per centrare almeno la qualificazione europea.
La concreta ammissione di Ranieri è che in questa stagione serve soprattutto riportare la Roma nella fascia Champions League (o in alternativa assicurarsi una presenza stabile in Europa League), poiché senza la Champions i conti del club sarebbero ancora più stretti. Sulla carta, quindi, la Roma punterà ad almeno piazzarsi tra le prime 4-5 in Serie A, consapevole però della concorrenza fortissima: Napoli, Inter, Milan e Juventus sembrano ancora favorite per lo scudetto, mentre si profila una lotta serrata con Lazio e magari Atalanta (oltre a qualche outsider).
Gasperini arriva a Roma senza quella lentezza concessa a Bergamo: qui i tifosi sono esigenti e non permetteranno grandi margini di errore. In sostanza, il nuovo corso giallorosso ha un solo obiettivo minimo realistico: provare a puntare alle coppe europee tramite un piazzamento solido, piuttosto che allo scudetto; in parallelo la società terrà il fiato sulle spalle dei propri giocatori, perché, come enfatizzato dalla dirigenza, “siamo la Roma, servono giocatori forti e giovani con cui competere ai massimi livelli”.
Europa League: riscossa continentale
Per quanto riguarda l’Europa League, Gasperini la conosce bene: anzi, la sua storia recente include proprio la vittoria di questa coppa con l’Atalanta (tripudio ai danni del Leverkusen nel 2024).
Dunque in termini di esperienza gli obiettivi stagionali sono chiari: qualificarsi agevolmente agli ottavi superando la fase a gironi e poi provare a spingere fino alle semifinali o oltre. Sul piano tecnico, le caratteristiche del gruppo, giovani dinamici, centrocampisti di recupero e qualche individualità potenzialmente decisiva consentono di pensare a un andamento competitivo nelle coppe.
Gasperini stesso ha ricordato che la forza delle squadre passa dal reparto offensivo, e a questo proposito la Roma cercherà di aiutare Dovbyk (capocannoniere in patria) a migliorare intesa e tempismi. L’ambizione in Europa resta alta: la proprietà spera di capitalizzare il cammino internazionale come già fatto dall'Atalanta, ma con l’Europa League del 2025/26 si tratta di una nuova pagina da scrivere, puntando almeno ad un buon quarto di finale e magari un risultato storico.
Conclusioni: fiducia e realismo
Sintetizzando, il Gasperini-bis a Roma parte con entusiasmo ma anche con molti punti interrogativi. L’allenatore ha già lanciato un messaggio chiaro di non accontentarsi e di voler alzare gli standard tecnici e agonistici, e i primi risultati (6 punti in campionato) offrono un piccolo credito di fiducia. Tuttavia la rosa è incompleta sotto alcuni aspetti e la pressione nella Capitale è molto più alta che a Bergamo.
Gli esperti sottolineano che Gasperini meriti pazienza: come evidenziato da Vocegiallorossa, lui stesso è di fatto il “colpo di mercato” più importante, e i tifosi dovranno sostenerlo anche quando le scelte societarie non saranno andate al 100%. In ottica realistiche, puntare stabilmente tra le prime quattro o cinque significa concretizzare un progetto di crescita, mentre in Europa League si può puntare almeno a onorare la competizione con un piazzamento da protagonista.
In ogni caso, come chiosa il Direttore, l’ambizione di Gasperini “è la sveglia necessaria” per la Roma (dopo la stagione surreale precedente), un auspicio per tutti i tifosi.
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