L'architetto Schiavone: "I vincoli del Flaminio sono superabili. Parcheggi? Non ci sono neanche all'Olimpico..."
Repubblica ha intervistato Mauro Schiavone, architetto che ha firmato nel 2014 il piano di fattibilità per la riqualificazione dello stadio Flaminio: «Lo stadio Flaminio può diventare il futuro stadio della Roma? Bisognerebbe mettere su un tavolo di coordinamento tra Coni, Comune, società, eredi di Pier Luigi e del figlio Antonio Nervi, i progettisti, una task force che prenda in mano la situazione. I vincoli sono superabili"
Quali altri spazi offre lo stadio?
«Ci sono una piscina di 25 metri per 10, tante palestre, per il pugilato, la scherma, la lotta e il rugby, molti spogliatoi, uffici del Coni e una zona centrale che potrebbe ospitare, al posto del calcio, un velodromo con una pista di almeno trecento metri. Non solo. Da sotto il viadotto di Corso Francia potrebbero partire delle passerelle per far arrivare il pubblico direttamente al ballatoio delle tribune».
E il problema dei parcheggi come si risolve?
«In tutta l’area, a partire da piazzale Ankara, il nodo di scambio Salaria, Cassia e Flaminia offre 1750 posteggi a raso e se ne potrebbero anche realizzare altri sotterranei».
Sicuramente insufficienti per i tifosi.
«Però bisogna pensare che da piazza del Popolo, dove arrivano la metropolitana e la linea da Viterbo, il percorso a piedi per lo stadio è meno di mille metri. E poi anche l’Olimpico, a poca distanza, non ha mai avuto suoi parcheggi, ma intorno, specialmente sul lungotevere, gli spettatori delle partite hanno sempre trovato dove lasciare la macchina».
L'architetto ha parlato anche ai microfoni di Centro Suono Sport, durante la trasmissione Altrimenti ci arrabbiamo.
Com’è nato il suo interesse per il Flaminio?
“Tutto è nato per caso. Io mi occupo di impianti sportivi da 45 anni, conoscevo la situazione degli impianti del Lazio e sono stato chiamato dal Comune di Roma. Così ho cominciato a studiare lo stadio, ad addentrarmi nelle piante dell’impianto. Ho studiato per rivedere la situazione dello stadio, e nel mentre il Comune di Roma vi stava lavorando, spendendo circa 2 milioni per adeguarsi ad alcune richieste della federazione rugby. Poi i lavori si sono interrotti e noi abbiamo continuato gli studi. Si tratta di uno dei pochi stadi in Italia concepiti alla europea, si trova a un passo dal centro storico, è semplicemente raggiungibile con i mezzi. È uno dei pochi stadi che può funzionare 365 giorni all’anno”.
Quali sono le caratteristiche del Flaminio?
“Il calcio visto al Flaminio sarebbe un’altra cosa rispetto all’Olimpico, con i tifosi vicino al campo. Lo Stadio Flaminio inoltre intorno a sé ha un ballatoio che consente l’accesso ai gradoni. Queste passerelle potrebbero essere collegate con tutta l’area intorno allo stadio. Intorno allo stadio ci sono anche dei reperti archeologici, che non devono rimanere interrati ma potrebbero essere valorizzati. La valorizzazione di uno spazio del genere al centro della città sarebbe un’idea”.
Quali sono i problemi che potrebbero sorgere?
“I problemi in realtà sono di natura economica. Lo stadio è stato assegnato al CONI e loro si sono un po’ tirati indietro nonostante lo stadio abbia bisogno di alcuni lavori. Il CONI l’ha riconsegnato nel 2013 al Comune di Roma e quest’ultimo ha pensato di far fare uno studio di riqualificazione. Dal punto di vista urbanistico ci sono alcuni problemi, ma si possono superare. Bisognerebbe investirci, ma quest’investimento potrebbe essere fatto per gradi: un primo per renderlo agibile, un secondo per rendere funzionali gli spazi sottostanti e un terzo per rendere economicamente vantaggioso l’investimento. Potrebbe essere un investimento culturale-sportivo che dà può essere redditizio”.
Quanti tifosi può contenere lo stadio?
“Lo stadio può essere ampliato tramite una nuova disposizione superficiale dei gradoni e con una struttura che avvolge lo stadio, si arriverebbe a una capienza di 50.000 spettatori”.