Italia, Spalletti annuncia l'esonero in conferenza: "Ne prendo atto ma avrei continuato"

Momenti di riflessioni in casa Italia. Alla vigilia della partita contro la Moldavia, infatti, sembrerebbero sempre più vicine le dimissioni di Luciano Spalletti dal ruolo di commissario tecnico della nazionale. Secondo quanto riportato da Sky, tra le parti c'è sempre stato un rapporto aperto e di rispetto, ma la sconfitta contro la Norvegia, che potrebbe aver compromesso fin da subito la qualificazione diretta ai prossimi mondiali, potrebbe risultare decisiva per l'addio dell'allenatore di Certaldo. Le dimissioni potrebbero arrivare da un momento all'altro, con Stefano Pioli, attualmente all'Al Nassr, candidato numero uno per la sostituzione.
In conferenza stampa, l'allenatore ha annunciato l'esonero. Ecco le sue parole.
Ha incontrato il presidente Gravina. Avete deciso qualcosa sul suo futuro?
"Sì, direi di sì. Con il presidente siamo stati un bel po', ma siamo sempre insieme, soprattutto nei ritiri. Anche quando non siamo in ritiro però ci sentiamo4, e mi ha comunicato che sarò sollevato dall'incarico di ct della nazionale. A me è dispiaciuto, poi quello visto quello che è i lrapporto che abbiamo. Io non avevo nessuna intenzione di mollare. Io, soprattutto quando le cose non vanno bene, avrei preferito restare al mio posto e continuare a fare il mio lavoro, perché sono stato abituato così. Poi però è un esonero, per cui devo prenderne atto, anche perché avendo questo buonissimo rapporto devo prendere atto di quello che è stato il percorso, i risultati e la sua disponibilità nei miei confronti, visto che qualche risultato brutto è venuto fuori. Io questo ruolo l'ho sempre interpretato come un servizio alla patria, quindi è mia intenzione agevolare il futuro della nazionale, perché quando si veste questa maglia è giusto così, non bisogna essere invidiosi ed è giusto cercare di trovare il meglio per tutti. Farò la risoluzione del contratto: fino a domani sera sarò l'allenatore, e riscuoto fino a domani (ride, ndr), poi non riscuoto più, perché è giusto così. Ho sempre sostenuto che i calciatori fossero forti e gliel'ho ripetuto, ma visto che i risultati sotto la mia gestione sono questi, devo assumermi le responsabilità che ho. Dalla federazione ho ricevuto tutto il supporto possibile per le scelte che volevo fare, per cui non essendo usciti i risultati, ed essendo io convinto di avere ragazzi forti, sarei andato per questa strada. Vincere e convincere domani sarebbe importante per aprire nel miglior modo possibile il ciclo a chi verrà dopo. Io amo questo lavoro e amo questa maglia, per cui chiederò ai calciatori di dimostrare quello che mi sono sempre aspettato da loro, che ho ricevuto. Poi non sono riuscito a farli rendere al meglio, perché ho visto alcuni calciatori sottotono".
Cosa ti fa più male di questa storia?
"Il non sere stato nelle condizioni di tirare fuori il meglio da tutti, di non essere riuscito a raggiungere il livello di qualità di gioco che volevo raggiungere. Sono dispiaciuto di me stesso. Accettando sapevo ci sarebbero stati momenti difficili da affrontare e che bisognava entrare dentro alcune situazione, che c'era da creare un corpo unico con i giocatori e invece poi non ci sono riuscito. Anche l'altra sera, dove ho notato che siete stati gentili e bravi nel commentarla, ho visto comprensione nel vostro modo di scrivere i pezzi che mi riguardavano. Sono deluso dei miei risultati, perché ho creato dei problemi al movimento. Ero convinto di poter fare diversamente ma non ci sono riuscito, per questo sono deluso".
Tornasse indietro cambierebbe qualcosa?
"Non lo so. Devo prendere in considerazione quelli che sono i risultati e cosa esprime la squadra. Ero convinto non sarebbe stata una passeggiata ma che sicuramente sarei arrivato ai mondiali. Ne sono convinto anche adesso, ne parlavo anche ieri con il presidente, perché a me non è che crolla il mondo da un punto di vista professionale quando perdi, perché poi ci sono dei paletti fissati dall'accettare la situazione, da quelle che sono le tue conoscenze e da quanto conosci i calciatori, e poi invece sono sotto il livello di molto. Per me questi sono calciatori forti e spero lo facciano vedere domani. Stare a rimuginare sul tempo passato è tempo perso. Si va avanti e si cerca di lavorare su quello che si può modificare, visto che sul passato non si può intervenire".
Pensi di non aver trovato feeling con determinati calciatori? Come si affronta la gara di domani?
"Dimmi nome e cognome e con chi non ho trovato feeling... Io penso di averlo trovato con tutti. Credo ci sia da lavorare su questa appartenenza e sulla gioia, su quanto sia meraviglioso essere in Nazionale. All'inizio due-tre discorsi sul nostro modo di pensare li ho fatti, forse per quello che è il mio carattere ho lisciato un po' troppo. Sono andato sempre verso gli abbracci, il fatto di comprendere tante cose. Sono stato meno ossessivo dopo l'Europeo, più amico. Io non voglio chiudere con la figura che s'è fatta l'altra sera. Dai ragazzi mi aspetto una grande prova, secondo me sono gli uomini giusti per portare in fondo questa questione. Questa regola che deve esserci per andare al Mondiale, anche se delle complicazioni ci sono perché ormai ci è successo troppe volte di crederci superiori agli altri e poi non riuscire ad andare al Mondiale. Devono dimostrare di continuare a essere gli uomini giusti, se questi calciatori verranno chiamati anche dal prossimo CT allora vuol dire che ho scelto i giocatori giusto. Poi magari ho sbagliato ad allenare".
A cosa ti riferivi l'altra sera quando hai detto che avresti dovuto parlare con Gravina delle scelte?
"Che volevo continuare ad andare avanti con questo gruppo. Poi siamo arrivati col fiato lungo, col logorio. Non ci siamo arrivati benissimo per quello che è successo. Anche i ragazzi che ho chiamato dopo gli infortuni sono ragazzi che si sono mostrati nella condizione di poter essere in questo gruppo".
Orsolini domani può fare l'ala destra? Chi sceglierai domani?
"Orsolini può fare l'ala destra. Non stravolgerò troppo il discorso, l'ho già detto ai ragazzi. Poi ci sono uomini e determinate caratteristiche in base anche alla partita. Lucca e Retegui possono giocare anche insieme, se riesci a tenerli nell'area di rigore possono giocare anche insieme. Ma bisogna sempre partire dal presupposto che le partite vanno giocate, non con la pettinatura, con la non conoscenza degli avversari, con tutte le segate... Anche la Moldova ha 3-4 giocatori di livello internazionale, noi dobbiamo essere bravi a fare noi stessi. L'altra sera non siamo riusciti a fare una giocata, un recupero per sbrogliare una situazione. Se individualmente si fa tutti al di sotto delle nostre possibilità tutto diventa più difficile. Giocare contro la Moldova è possibile, ma dobbiamo incanalarla noi col nostro atteggiamento. Dobbiamo assolutamente assolvere il nostro compito, anche se sarà la mia ultima gara".
Come giudica l'atteggiamento dei club in questi quasi due anni?
"Ho sempre avuto il massimo della disponibilità e della comprensione. Non ricordo di aver avuto problemi particolari. Da un punto di vista mio essendo sempre stato uno del club ho pensato di non fargli troppo male. Questa precauzione, il fatto di mandare via tutti al minimo dubbio, era proprio per incentivare questa collaborazione. Per non mettersi nella condizione di disturbare le convocazioni e la rosa di una squadra. Se uno ha un problemino viene, si guarda... Poi se ce lo dice il medico ci si fida del medico anche senza guardarlo. Poi se qualcuno lo usa come escamotage, dal punto di vista mio sarebbe meglio non venisse più. Poi per il resto ci si fida e si creano rapporti sulla fiducia che sono fondamentali".
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 20/2010 del 11/11/2010
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale: Alessandro Carducci
© 2025 vocegiallorossa.it - Tutti i diritti riservati
