Esoneri, mosche bianche nellera Sensi
L’esonero. Malcostume del calcio italiano. La sostituzione degli allenatori in corso d’opera è una pratica che accomuna tutti i presidenti del football internazionale, ma da noi spesso se ne abusa. La storia, anche recente, ci mostra dirigenti “fumantini” che collezionano tecnici come francobolli, Zamparini e Cellino ne sono solo un piccolo esempio. A Roma, al contrario, specie nell’era Sensi, non sembra esserci mai stata questa frenesia, per svariati motivi. Nel periodo di gestione del compianto Franco, sono stati solamente due gli esoneri comminati. Il primo nell’aprile del 1997 nei confronti del “mago”, o meglio “tortuga”, Carlos Bianchi, a dir poco disastroso nella conduzione della squadra, a rischio retrocessione. Ben più doloroso fu l’allontanamento di Zdenek Zeman, nel maggio del 1999, per far posto al mister dell’ultimo scudetto, Fabio Capello. Dover rinunciare al maestro boemo non fu semplice, ma venne fatto in virtù delle “logiche di palazzo” per compiere il definitivo salto di qualità e raggiungere il massimo obiettivo nazionale.
Da quel momento solo una lunga sfilza di dimissioni. Per arrivare ai tempi recenti, tutti ricordiamo la stagione 2004/2005, quella dei cinque allenatori con 4 allontanamenti “spontanei”: da Prandelli a Voeller, da Del Neri a Conti, chiamato a risollevare una squadra caduta nella crisi più profonda. Spalletti è stato l’ultimo caso in ordine cronologico, con molti punti in comune con la situazione attuale. La differenza sostanziale era il logorio temporale del rapporto, 4 anni sono tanti, 1 lo è un po’ meno. Il tira e molla con il tecnico di Certaldo, dovuto soprattutto al lato economico della risoluzione del contratto, non è auspicabile anche per Ranieri. Le finanze, non certo rosee, sono state il problema principale che ha impedito alla Roma e non solo, di compiere scelte tecniche differenti. Le voci sul mister di San Saba cominciano ad essere insistenti e probabilmente influenzeranno il rinnovo di contratto che tarda ad arrivare, ma l’auspicio migliore è quello di riprendere la strada interrotta lo scorso maggio e riappropriarsi dell’entusiasmo smarrito, poi a fine stagione si tireranno le somme. Ricordando che, l’esonero non è la soluzione migliore.