Dott. Rossi: "Infortunio Florenzi? 4 mesi sarebbe un ottimo risultato. Le tournée estive non giovano alla parte atletica"

02.11.2016 17:33 di Marco Juric   vedi letture
Dott. Rossi: "Infortunio Florenzi? 4 mesi sarebbe un ottimo risultato. Le tournée estive non giovano alla parte atletica"
© foto di Alessandro Carducci

Il dott. Silvio Rossi del Lancisi PHYSIO, ha parlato dell'infortunio di Alessandro Florenzi alla trasmissione televisiva "Il Tribunale delle Romane" in onda su Rete Oro. Queste le sue parole.

Un calciatore con le caratteristiche fisiche di Florenzi quanto può impiegare per recuperare da una rottura del legamento crociato?
"Bisogna partire dal presupposto che ci vogliono minimo 90 giorni, perché è il tempo biologico dell'attecchimento del trapianto: prima di questa data non si può pensare di fare riatletizzazione seria del paziente, lo ha detto anche il professor Mariani. Quello è il limite entro cui il trapianto ha sicuramente attecchito e quindi non ci sono più problemi di tenuta del ginocchio. Chiaro che essendo Florenzi un brevilineo, con muscoli fusiformi, ha sicuramente vantaggi rispetto a un colosso. Diciamo che lui si è posto come obiettivo i 105 giorni di Kharja, secondo me è un bell'obiettivo, 4 mesi sarebbe già un ottimo risultato".

In un infortunio di questo tipo ha un grande ruolo la sfortuna. Ma altri fattori come i campi da gioco o i tacchetti dei calciatori quando possono influire?
Moltissimo. Se il campo da gioco ti ferma il piede e ti costringe il ginocchio a una torsione innaturale, in iperestensione o in ipertensione, ti rompe il crociato in due millisecondi. Non c'è una risposta muscolare capace di rispondere a questa velocità, per cui il corciato si rompe. La torsione è 4-5 volte il peso del corpo, quindi siamo sui 350-400 chili di peso sul legamento. Non parliamo di una struttura elastica, bensì rigida, quindi si rompe perché non è in grado di tenere queste sollecitazioni".

Nella Roma Florenzi è solo l'ultimo caso di una lunga lista di calciatori ad avere subito questo tipo infortunio da circa un anno a questa parte: perché secondo lei succede così tanto spesso rispetto ad altri club?
"Sinceramente è curiosa come statistica ed è anche un po' preoccupante: 7-8 giocatori sono effettivamente tanti, ma in realtà sono stati tutti incidenti di gioco oppure meccanismi di torsione innaturale nel corso del gesto atletico, per cui non c'è un vero e proprio filo conduttore. Si può pensare - e questa è una cosa che però vale per tutte le squadre - che le partite così ravvicinate possano avere influito sulla stanchezza del calciatore e quindi quella frazione di secondo di minor attenzione può far sì che accada. Oppure si può ipotizzare una mancanza di preparazione: ormai le squadre fanno preparazioni molto ridotte perché, fin dall'estate, sono impegnate in tournée varie per motivi economici che sicuramente non giovano alla parte atletica. Io ho fatto un'esperienza biennale di preparazione al Lecce, attuando una terapia di vibrazione utile a rinforzare il tono dei muscoli: in quei due anni il Lecce non ebbe nessun infortunio muscolare. Se uno segue la preparazione in modo corretto - 15 giorni l'estate e con dei richiami durante l'anno - effettivamente questo tipo di incidente si può provare ad evitare. Tuttavia adesso capita anche di vedere pazienti che si rompono lo stesso crociato due volte dopo l'operazione, perché si rimette nelle stesse condizioni di prima che si rompesse, non è indistruttibile".

Oltre alla terapia di vibrazione che ha appena spiegato, ci sono altri tipi di tecniche che possono aiutare a prevenire infortuni di questo tipo?
"Adesso la tecnologia ci aiuta tantissimo, ci sono tanti apparecchi che possono essere utilizzati, come appunto la vibrazione oppure i sistemi di preparazione personalizzati eccetera. Però io credo che sia proprio il tempo: una volta nei muscoli si metteva benzina con il cosiddetto fondo e questo serviva un po' per tutta la stagione".