Brighi: "La mia Roma avrebbe dovuto vincere di più. Di Francesco valore aggiunto della squadra"
Matteo Brighi, ex centrocampista di Roma e Chievo oggi all'Empoli, ha parlato all'AS Roma Match Program:
L'Empoli è vicino alla promozione in A ed è merito di Andreazzoli...
“È arrivato in una situazione buona e ha portato il gruppo a livelli super. Stiamo facendo una bella cavalcata, che speriamo ci porti in Serie A. L'ho ritrovato come lo avevo lasciato alla Roma. Un professionista serio, che basa tutto sul lavoro. Il suo principio base è giocare bene e ha trovato una squadra che lo segue”.
Come ha visto la Roma quest’anno?
“Ha fatto una buona stagione. Si è comportata benissimo in Italia e in Europa. In Italia ci sono due squadre che vanno fortissime, Napoli e Juventus, ci sta che non riesci a star loro dietro. E in Europa poi… parlano i fatti. Come prima stagione con un nuovo allenatore è assolutamente di alto livello”.
A questo punto Roma-Chievo diventa una partita fondamentale in chiave Champions?
“Forse i giocatori della Roma avranno un pensiero alla Champions anche se sanno benissimo quanto sia importante fare risultato contro il Chievo. I valori sono molto delineati e la partita dovrebbe avere una strada già scritta. Il Chievo non è un avversario facile, cerca punti per salvarsi. Spero che riesca a rimanere in A magari senza aver bisogno di fare punti con la Roma. Insomma vedo la Roma favorita”.
Un Chievo che è in piena zona retrocessione…
“Credo che abbia tutti i mezzi per salvarsi. Non ha fatto una gran stagione quest’anno, ma nonostante tutto credo possa portare a casa la salvezza. Tra tutte le squadre coinvolte nella bassa classifica è quella che merita di più la A”.
Quali potrebbero essere le insidie di questa gara?
“L’insidia più scontata potrebbe essere pensare alla Champions, ma come è già successo contro la SPAL la Roma ha dimostrato di non cadere in questi tranelli. Il Chievo è una squadra ostica, la Roma proverà a partire subito forte per chiudere la partita”.
Quanto e come potrebbe pesare la gara giocata in Inghilterra?
“Certo, tante partite ravvicinate a fine stagione si fanno sentire, ma la Roma ha una rosa ampia di livello e può fare turnover”.
È più difficile recuperare la fatica mentale o quella fisica quando ci sono così tanti impegni?
“La fatica fisica non si sente in sfide così! Vorresti giocarle tutte. È l’aspetto mentale quello che va più tutelato”.
Cosa accadrà nel ritorno della semifinale all’Olimpico? Ce la potrebbe fare?
“Me lo auguro. Proprio come era spacciata con il Barcellona… e il Barcellona era più forte del Liverpool. I due gol fatti alla fine hanno riaperto la gara di ritorno. Memore di quanto successo può riuscirci di nuovo”.
Quali sono i punti di forza di questa Roma?
“Dzeko… quando c’è bisogno c’è sempre. E poi Nainggolan è un top player, anche ad Anfield ha fatto una prestazione di alto livello. E poi Daniele De Rossi, quando chiamato in causa, è sempre De Rossi”.
Di Francesco tra l’altro lo conosce bene, l’ha allenata al Sassuolo per una stagione...
“È dedito al lavoro al 100%. Immaginavo che il primo anno avrebbe avuto qualche difficoltà, invece ha fatto bene e le difficoltà che ha incontrato le ha superate alla grande. È il valore aggiunto in questa squadra. Ha gettato delle basi solide, farà sempre meglio e sa bene dove vuole arrivare”.
Trova differenze con il Di Francesco del Sassuolo?
“Non ci lavoro direttamente quindi non posso dirlo nei dettagli. Il mister ha idee chiare e i giocatori lo devono seguire. Al Sassuolo eravamo tutti giovani quindi forse era più semplice, ma ha dimostrato che anche in un club con tanti campioni riesce a fare il suo gioco”.
Brighi e il Chievo che esperienza è stata?
“Molto positiva. Era il Chievo che si affacciava alla A. Era una famiglia, il presidente si occupava di tutto, casa e bottega. Un gruppo straordinario quello che ha creato, siamo arrivati ai preliminari di Champions e poi abbiamo fatto l’Europa League”.
E poi il passaggio alla Roma…
“Chiunque sia passato alla Roma, è un fortunato. I miei sono stati cinque anni intensi”.
Un momento tra tutti?
“La doppietta in Champions League contro il Cluji… E poi, purtroppo, la sconfitta con la Sampdoria che ha vanificò la corsa scudetto”.
Nel suo palmares in giallorosso comunque c’è una Supercoppa e una Coppa Italia. Quale fu l’ingrediente di quel gruppo?
“Nei primi due anni e mezzo Spalletti e i campioni. Eravamo talmente forti che avremmo dovuto vincere molto di più. Purtroppo abbiamo incontrato una super Inter. Poi c’era un folto gruppo di romani e romanisti…”.
Prima di lasciarla… come finisce “la storia” che sta vivendo la Roma?
“L’anno prossimo giocherà la Champions, per scaramanzia non vi dico come ci arriverà”.