AIC, Calcagno: "D'accordo con Sarri, serve tetto partite"
(ANSA) - ROMA, 01 OTT - "Sono d'accordo con Sarri, ma mi dispiace che lui non abbia seguito tutto ciò che abbiamo fatto in questi anni": il presidente Aic, Umberto Calcagno, ha così voluto replicare, ai microfoni di Radio Sportiva, all'allenatore della Lazio che aveva chiamato in causa Fifa, Uefa e Lega Serie A per il calendario troppo fitto, che determina tanti infortuni ai calciatori. "Da anni l'Associazione calciatori, insieme al sindacato mondiale FifPro, sta portando avanti una vera e propria battaglia contro l'attività agonistica esasperata; nel maggio scorso abbiamo fatto un convegno medico-scientifico esaminando dati importanti a supporto della nostra tesi. Insieme all'Aiac, siamo gli unici che da tempo in Italia stiamo cercando di porre rimedio a questo problema". "Il dato di partenza - ha proseguito Calcagno - è la salute del calciatore: i dati dicono che così tante partite senza un adeguato riposo, troppo spesso con meno di cinque giorni tra una e l'altra, causano un sensibile aumento degli infortuni. Ci sono calciatori, soprattutto i top player, impegnati con i club e le nazionali, che arrivano a disputare 70 partite l'anno percorrendo più di 90mila km di spostamenti. Non si può continuare così". "Purtroppo la tendenza èbanalizzare.
Quest'anno è stata tolta la sosta invernale e non si è capito che quella settimana di riposo che avevamo fino ad oggi preservato era necessaria per il recupero fisico e mentale dei calciatori. Abbiamo portato le nostre istanze in Lega dopo un confronto con i nostri associati - ha continuato Calcagno - ponendo l'accento sul fatto che se non preserviamo la salute della parte apicale del nostro mondo a risentirne sarà anche lo spettacolo offerto". "Nell'ultima assembla della FifPro Europe . la conclusione di Calcagno - abbiamo avuto un confronto con la Uefa. Non ci sfugge certamente che le partite di alto livello producono benefici economici al nostro sistema, ma dobbiamo trovare un punto di incontro per preservare la salute di chi lo spettacolo lo fornisce. Dobbiamo capire insieme se, ad esempio, stabilire un numero massimo di partite o di minutaggio per i nostri calciatori possa essere una soluzione". (ANSA).