Difesa a tre nella ripresa, ma non convince
Prove tecniche di difesa in casa giallorossa. Tutto sin troppo prevedibile nella prima frazione: ti aspetti Mexes nell’undici titolare, invece Ranieri preferisce confermare la fiducia in blocco al quartetto che sin qui ha giocato con maggiore frequenza: Cassetti a destra, Riise a sinistra e al centro il collaudato tandem Burdisso-Juan. Specie il brasiliano, sia pure un po’ stanco e meno brillante di qualche settimana fa, si esibisce in apertura di gara in una chiusura da campione su Biabiany, andando a coprire una voragine lasciata dall’argentino. Poi nessun particolare rischio sino all’intervallo per l’intera retroguardia giallorossa. E’ nella ripresa che invece cambia tutto. Probabilmente a causa di un fastidio alla coscia destra accusato da Vucinic poco prima del riposo, il mister toglie dal campo Vucinic e Menez inserendo al loro posto Toni e Mexes. Assetto tattico rivoluzionato: dal 4-2-3-1 iniziale si passa ad un più spregiudicato (ed in particolare poco testato 3-5-2). Il Bandido va a sistemarsi sul settore di centro destra del fronte arretrato, Phil in mezzo e il brasiliano sul centro sinistra. Cassetti e Riise diventano invece gli esterni di centrocampo.
La difesa a tre non è una novità assoluta per questa stagione: il tecnico di San Saba l’adottò già a Napoli, con esiti tutto sommato poco soddisfacenti. Questa volta l’esperimento sembra funzionare per tutti tranne che per il francese, disorientato e sovente in pericoloso ritardo nell’andare a chiudere sugli inserimenti dei calciatori avversari. Per fortuna che c’è Juan, direbbe qualcuno: infatti è ancora il capitano verdeoro, come nel primo tempo, ad andare qua e la a cercare di ovviare agli errori dei compagni di reparto. Una garanzia in carne e ossa. Grosse responsabilità poi, da suddividere tra Cassetti e Burdisso, in occasione del gol emiliano siglato da Lanzafame a nove minuti dal termine. Entrambi in affanno e con la testa tra le nuvole. La Roma vince a Parma, ma la difesa a tre non convince ancora una volta.