Atalanta-Roma 2-1 - Scacco Matto - Smalling monumentale su Zapata ma manca qualità e Dzeko è troppo isolato
La Roma esce sconfitta dalla trasferta di Bergamo con i gol di Palomino e Pasalic, che ribaltano il vantaggio giallorosso di Dzeko.
LE SCELTE - Fonseca cambia pelle e passa al 4-1-4-1. Con Cristante e Diawara out, Mancini si piazza davanti alla difesa formata da Bruno Peres, Smalling, Fazio e Spinazzola. Il centrocampo è formato da Kluivert largo a destra, Perotti a sinistra e la coppia Pellegrini-Mkhitaryan in mezzo. Dzeko, come al solito, guida il reparto offensivo.
Gasperini risponde con la consueta difesa a tre composta da Toloi, Palomino e Djimsiti. Hateboer e Gosens agiscono ai lati con de Roon e Freuler in mezzo al campo. Gomez svaria per tutto il fronte di gioco, Ilicic agisce sul centro destra con Zapata punta centrale.
ATTEGGIAMENTO - Al contrario delle gare contro Bologna e Sassuolo, la Roma scende in campo con personalità e con la giusta grinta. Tutti si aiutano, Pellegrini e Mkhitaryan danno una mano anche in fase difensiva e il pressing viene portato con buona efficacia. Nella prima parte di gara, i giallorossi mantengono un'elevata intensità e una massima concentrazione.
GOMEZ E ZAPATA - Per cercare di uscire dalla ragnatela tesa dalla Roma, Gasperini chiede a Gomez di arretrare tantissimo per ricevere palla a centrocampo, smistarla con qualità e rapidità per trovare corridoi liberi. L'argentino è costretto a tratti ad arretrare tantissimo per innescare Ilicic o cercare il lancio per Zapata. Soluzione, questa, contrastata dalla Roma grazie a Smalling, che ha avuto la missione di seguire l'ex Napoli fin dentro agli spogliatoio, fermandolo in tutti modi (leciti): con l'anticipo, con il fisico, con l'esperienza. Fatto sta che Zapata nella ripresa viene sostituto perché Gasperini capisce che, così, è solo un bersaglio comodo per Smalling e toglie ogni punto di riferimento mettendo Pasalic, spostando Gomez tra l'inglese e Bruno Peres e rinunciando a una punta vera e propria.
COSTRUZIONE - La Roma ha segnato grazie all'errore di Palomino, ha sfiorato la rete su azione personale di Perotti, il cui cross ha pescato Pellegrini in area e avrebbe dovuto avere un rigore a favore con l'assist proprio di Pellegrini per Kluivert, messo giù irregolarmente. Tolta quest'ultima azione, le altre due sono state frutto del caso e di un'iniziativa personale. La Roma continua a fare fatica a dare qualità alla propria azione, nonostante contro l'Atalanta la coppia di centrocampo fosse formata da Pellegrini e Mkhitaryan, che di qualità ne hanno da vendere. L'armeno continua però a non convincere mentre il centrocampista romano è calato vistosamente sotto il profilo qualitativo, nelle ultime settimane. Nulla si può dire sull'impegno ma è proprio la rifinitura che non è più ai livelli di inizio anno, ad eccezione del già citato assist per Kluivert a inizio gara. Se a questo si aggiunge un Perotti che non ha i 90 minuti nelle gambe (non ad alta intensità) e un Kluivert volenteroso ma, troppo spesso, confusionario ecco che Dzeko si è spesso trovato solo e malinconico alla ricerca di qualcuno che potesse giocargli vicino.
LA MENTE - In ultima istanza, la ciliegina sulla torta è rappresentata dall'ormai nota fragilità mentale della Roma che, alle prime difficoltà, si scioglie come neve al sole e si disperde come cenere al vento.