Di più non si poteva: la Roma festeggia il suo obiettivo massimo

05.06.2023 20:30 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Di più non si poteva: la Roma festeggia il suo obiettivo massimo
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Immaginate un rigore al novantesimo, il pallone che entra, un boato assordante e una festa incredibile sotto la Curva Sud. Potrebbe essere il gol che vale uno scudetto o minimo una qualificazione in Champions League: invece è un gol che per la Roma significa solamente un accesso in Europa League che in campionato doveva essere l’obiettivo minimo e che invece è diventato quello massimo. E lo è diventato letteralmente, perché con questo sono cinque i campionati in cui la Roma, decima squadra, massimo undicesima a fine stagione, del ranking UEFA, non riesce a classificarsi nelle posizioni che valgono la coppa più importante. 

Un’esultanza più di rabbia che di gioia, più di frustrazione che di sollievo per una vittoria che in campionato non arrivava da quarantanove giorni, e se non arrivava da quarantanove giorni c’è sicuramente più di un motivo. Uno di questi è il percorso europeo terminato in malomodo mercoledì scorso, che ha tolto energie e fatto perdere concentrazione sul percorso domestico; un altro, ben più impattante, è quanto i giallorossi hanno dovuto subire a livello arbitrale, anche questa sera, con l’andazzo che è stato chiaro fin dai primi cinque minuti, con due cartellini non mostrati a due calciatori dello Spezia, poi diventati tre, poi diventati tre e un rigore negato, con il fischio su El Shaarawy arrivato solo perché, evidentemente, non si poteva fare altrimenti.

All’Olimpico si è comunque festeggiato al termine di un campionato che ha visto la Roma lottare per le prime posizioni finché le è stato possibile: evidente è stato il cambio di atteggiamento dopo il caso Serra, dove a pagare è stato il provocato e non il provocatore, salvato da cavilli burocratici, e a seguito del quale la situazione è diventata davvero complicata e, soprattutto, scarsamente messa in evidenza, sia perché fortunatamente c’era altro a cui pensare (e quanto sarebbe stato bello rendere inutili tutte e 38 le partite di Serie A con 15 di Europa League…), sia perché i riflettori sono rimasti spenti su episodi in realtà autoevidenti.

Il burrone della Conference League, coppa che sarebbe diventata una trappola nella prossima stagione, stavolta era davvero vicino e la Roma è riuscita a evitarlo: parlare di gioco quando non ci sarà più da giocare diventa davvero inutile e definitivamente stucchevole, parlare di futuro ha senso fino a un certo punto perché il futuro sarà inevitabilmente condizionato da quanto accaduto stasera, perché, per esempio, l’infortunio di Tammy Abraham rischia di provocare un danno ancora maggiore di quello che avrebbe provocato se ci fossero state ancora partite da giocare. Si può solo attendere e riflettere, pur con la consapevolezza che non c’è riflessione che cambierà quanto accaduto, e forse quello che accadrà.