"Quattro giorni da Dio": Mancini sempre più leader e idolo giallorosso

11.04.2024 08:02 di  Emiliano Tomasini  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Emiliano Tomasini
"Quattro giorni da Dio": Mancini sempre più leader e idolo giallorosso
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Negli ultimi quattro giorni Gianluca Mancini è stato il protagonista assoluto intorno al quale è girato il mondo Roma. Ricapitoliamo velocemente: il gol vittoria nel derby, l’esultanza smodata sotto la Curva Sud, le polemiche, il rischio squalifica, la multa, la colletta dei tifosi e ora l’impennata di vendite della maglia con il suo nome e il suo numero, il 23.

"CI METTE L'ANIMA" - In una squadra con gente come Dybala, Lukaku e Paredes e con un capitano romano e romanista come Pellegrini, Mancini si prende la scena di prepotenza e per motivi semplici. Il suo impegno, la sua cattiveria agonistica, la sua dedizione alla causa romanista lo hanno fatto entrare nel cuore dei tifosi giallorossi, che da sempre ricambiano con amore chi lotta e dà tutto per la maglia. Ancora una volta, a spiegare al meglio questo concetto ci ha pensato Daniele De Rossi, nella sua ultima conferenza stampa da giocatore. Con il suo addio, in tanti pensavano la Roma avrebbe sofferto l’assenza di romani e romanisti in squadra, ma De Rossi ha spiegato: “C’è un Bryan Cristante che arriva da Bergamo, io ne voglio altri cento di giocatori così perché anche se non è nato a Roma… ci mette l’anima, da romanista. Non è solo una questione di essere nati nella Capitale”. Ecco. Niente di più, niente di meno: Mancini “ci mette l’anima, da romanista”, proprio come disse De Rossi ormai cinque anni fa. E ai romanisti basta questo, non importa se sei nato a Roma o a Pontedera, quel che conta è il tuo atteggiamento in campo.

TIFOSO IN CAMPO - Inoltre, inutile negarlo, Mancini è entrato nei cuori dei tifosi per le sue esultanze e l’attaccamento che dimostra alla Roma. Vedere un proprio giocatore sventolare una bandiera sotto la propria curva fa un certo effetto e non è da tutti. In un certo senso, con le dovute proporzioni, in questo Mancini è proprio colui che ha raccolto l’eredità di De Rossi. L’ex numero 16 era stato definito dalla Sud “un tifoso in campo” e, tra i giocatori attuali, Mancini è quello che si avvicina di più a questa definizione. Dopo il gol segnato nel derby di sabato, Mancini ha fatto esattamente quello che avrebbe fatto qualsiasi tifoso della Roma. Certo, “facile farlo dopo un gol e una vittoria”, direte voi. Ma Mancini ha dimostrato di essere tifoso anche dopo le sconfitte. Quando dopo il derby di Coppa Italia litiga con gli avversari e insulta l’arbitro, non fa quello che – accecato dalla rabbia e il dispiacere – avrebbe fatto un qualsiasi tifoso? Ecco, Mancini è un romanista, nel bene e nel male, e per questo è così amato.

RENDIMENTO MIGLIORATO - Certo, oltre a tutto questo va considerato anche il rendimento e anche sotto questo aspetto Mancini ha avuto un’importante crescita. Intanto, dall’arrivo di De Rossi in panchina, ha smentito chi sosteneva che non avrebbe mai potuto giocare in una difesa a quattro. Ma, più in generale, già con Mourinho era migliorato moltissimo. Il primo Mancini era un difensore molto irruento, a volte decisamente troppo. Atteggiamento che gli costava spesso qualche cartellino di troppo e che non lo rendeva affidabile al 100%. Con il passare delle stagioni, però, il vice capitano giallorosso ha imparato a gestire la propria fisicità e a contenersi nelle proteste per evitare ammonizioni inutili. A questo proposito, essendo diffidato Mancini dovrà stare attento nelle prossime partite di campionato, visto che la Roma nelle prossime cinque giornate è attesa da Udinese, Bologna, Napoli, Juventus e Atalanta.

PAROLE E ATTEGGIAMENTO DA LEADER - Ma tornando a Gianluca, è ormai evidente il suo duplice ruolo di leader dello spogliatoio e idolo dei tifosi. Del suo ruolo in squadra ne aveva parlato proprio lo stesso Mancini qualche mese fa: “Io leader? È una bella parola, che resta tale se non la riempi. Contano i fatti, gli esempi. Se la squadra mi segue, sono felice perché è un qualcosa che mi sono conquistato. Quando io, Pellegrini e Cristante vediamo atteggiamenti sbagliati, proviamo a correggerli con i comportamenti”. Parole da leader, appunto. E, come un leader, Mancini dovrà trascinare la Roma in questo finale di stagione, a cominciare dall’importante sfida di San Siro contro il Milan.