Pellegrini, dall'investitura di Totti a capitan futuro a quella di De Rossi di miglior capitano possibile: è lui l'uomo in più di una Roma romanista

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La Roma di Daniele De Rossi ha una connotazione fortemente romanista. Basta soltanto nominare il mister per far scattare nella mente di tutti ricordi a tinte giallorosse. L'ex numero 16 è sulla panchina da un paio di partite, ma è come se ci fosse sempre stato. Quando parla, infatti, sottolinea spesso come, anche se non ricopriva una carica ufficiale, le partite della squadra se le fosse viste tutte da tifoso. Forse non è un caso il fatto che se dovessimo indicare un uomo copertina di questo primo periodo della nuova Roma di De Rossi, la scelta ricadrebbe su Pellegrini. Il numero 7 viene da un paio di stagioni complicate, in questa addirittura è finito in panchina con Mourinho, un qualcosa che probabilmente ha minato anche il loro rapporto e di conseguenza le prestazioni individuali e di riflesso della squadra.
THE CIRCLE OF LIFE - Lorenzo Pellegrini è quello che, in questo momento, rappresenta una sorta di cerchio della vita romanista. Capitano in Primavera allenato da Alberto De Rossi, giocatore e compagno di squadra di Daniele De Rossi e ora capitano della Roma allenata da un'ex capitano del club. Tra l'altro l'investitura a capitano per Pellegrini era arrivata dal Capitano con la c maiuscola, Francesco Totti. Una fascia pesante, perché come si fa a essere all'altezza di un proprio idolo e del calciatore più importante che la Roma abbia mai avuto? Difficile, complicato, probabilmente impossibile. Per De Rossi è semplicemente "un degno capitano" e "non potrebbe pensare a un capitano migliore". Una fiducia, un rapporto di amicizia che si è tramutato in campo in 2 gol da tre punti, in altrettante partite. Una squadra più tecnica (a cui si è aggiunto Angelino), una squadra che vuole avere il pallone tra i piedi, piuttosto che subire l'avversario, sono elementi che senza dubbio aiutano un giocatore dalle caratteristiche di Pellegrini. In più c'è quel DNA romanista di entrambi che in campo viene fuori. Da una parte c'è chi è stato capitano prima di te e che conosce e sa bene cosa comporta esserlo tra oneri e onori, dall'altra c'è chi è chiamato a farsi valere e dimostrare ulteriormente, a una leggenda del club che siede in panchina, di non essere da meno.
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