Paris FC-Roma 4-5 dtr - Le pagelle del match
Ceasar 7,5: smanaccia su Linari poco prima che la palla varchi la linea di porta e para di piede il rigore che manda la Roma al secondo turno di Women's Champions League.
Bartoli 7: soffre (e chi non l'ha sofferta) Sarr, ma viene fuori alla distanza con la sua personalità. Guadagna punizioni importanti e sui calci d'angolo è immarcabile, sfiorando più volte il gol.
Linari 6,5: calcia con forza il penalty del momentaneo 3-4. Partita ottima rovinata da due situazioni: il tentato autogol e il duello perso con Sarr che colpisce la traversa nel secondo tempo supplementare.
Minami 7: gara sempre in anticipo per la giapponese che si riscatta dopo l'autogol commesso contro il Glasgow City. Va vicinissima al gol nel secondo tempo.
Di Guglielmo 6,5: spinge poco, ma non usa mezze misure quando è chiamata a chiudere in difesa.
Andressa 7: dal dischetto incrocia e non perdona. Gioca più avanzata rispetto ad Giugliano e Greggi. Esulta per un tackle vinto a centrocampo. Animo da lottatrice.
Giugliano 7: fatica un po' a trovare il ritmo gara, specie nel primo tempo. Prova la conclusione dalla distanza. Ha il merito di aprire le danze dagli 11 metri.
Greggi 7: gara di sacrificio per lei che esce fuori quando le altre hanno il fiato corto.
Glionna 6,5: difficile ripetere la prestazione contro il Glasgow, ma ci prova, tentando un super gol dai 30 metri su punizione che si infrange sulla traversa. Dall'86' Serturini 7: entra e calcia potente e preciso il rigore del momentaneo 2-3.
Lazaro 6,5: partita complicata perché deve fare principalmente il lavoro sporco, far salire la squadra e giocare spalle alla porta. Dal 71' Giacinti 6: entra per dare maggiore profondità alla squadra, ma spreca una doppia occasione.
Haavi 7: spreca la più grande occasione della Roma nel primo tempo, ma resta una delle più attive, soprattutto quando la squadra faticava a uscire dal pressing del PFC. Segna il quinto rigore che manda le giallorosse al secondo turno di Women's Champions League.
Spugna 7: la gara è complicata, l'avversario difficile, sembra una partita di scacchi in cui ognuno aspetta o l'errore dell'avversario o la situazione che sblocchi il match. Lui non si scompone ed è parsimonioso coi cambi, mantenendo sempre lo stesso aspetto tattico. Un qualcosa che premia alla fine.