Scarnecchia: "Importante vincere con il Milan. Se Spalletti fosse arrivato prima... Totti? È come il basilico"

12.05.2016 12:13 di  Danilo Magnani  Twitter:    vedi letture
Fonte: Roma Radio
Scarnecchia: "Importante vincere con il Milan. Se Spalletti fosse arrivato prima... Totti? È come il basilico"
Vocegiallorossa.it

Roberto Scarnecchia, ex giocatore della Roma e del Milan, ora diventato uno chef, è stato intervistato da Roma Radio. Queste le sue parole in vista anche del match di sabato:

Cosa manca a la Roma per fare quel definitivo salto di qualità?
“Il problema è che a Roma manca ancora una certa mentalità vincente, quella che purtroppo ha la Juventus. Ancora ci manca, a partire dalla società ai tifosi”.

Il Milan ha vissuto una stagione negativa. È dovuta alla fine dell'era berlusconiana?
“Non lo so, è tanto che Berlusconi è al Milan e quindi un logorio è normale che si verifichi. O tu ti adegui al mercato e all'andamento del calcio, oppure devi mollare. Credo che non abbia più stimoli”.

La Roma deve sperare in un passo falso del Napoli per arrivare secondo, ma non credi sia importante andare a Milano per vincere in qualsiasi caso?
“Assolutamente si, questo vuol dire avere una mentalità vincente. La Roma con la mentalità vincente è stata quello in cui giocavo io, perché avevamo una società vincente. Faccio un esempio: noi eravamo primi in campionato e andammo a giocare in Coppa Italia contro la Cavese. Prima di giocare Liedholm ci fece un testa così per due giorni, quindi noi siamo andati in campo e abbiamo vinto 4 a 0. È da qui che si parte, non regalare niente in nessuna partita. A Milano si deve giocare come domenica scorsa”.

I numeri di Spalletti alla Roma sono importantissimi. Aumenta la rabbia per non averlo fatto arrivare prima?
“Si. Complimenti a Spalletti per questa metamorfosi giallorossa. Purtroppo la Roma è partita male. Spalletti ha fatto il massimo e non poteva fare di più, neanche in quelle due, tre partite in cui siamo leggermente calati. Se Garcia fosse stato mandato via dopo lo Spezia, sarebbe finita ancora meglio. I meriti vanno dati però anche alla società per averlo preso e per il mercato di riparazione”.

Ti ricordi l'episodio che ti ha fatto pensare di smettere con il calcio giocato?
“È stata la stanchezza mentale. Io non sono nato calciatore. Già a 8 anni stavo accanto a mia madre per guardarla cucinare. Il cuoco lo faccio da 30 anni, il calciatore lo puoi fare solo per 15”.

Legato a questa domanda, ti chiedo in che modo hai accolto le prestazioni di Totti a 40 anni? Che ingrediente sarebbe in cucina?
“Totti è un grande giocatore, anche nell'ultima giocata si vede quanto è forte. È genuino, non costruito. Lo adoro come giocatore, e per me è il basilico perché è il mio ingrediente preferito”.