Olsen: "Vogliamo sempre vincere ma non è facile. Mi sono adattato rapidamente, orgoglioso di rappresentare la Roma"
Robin Olsen, portiere della Roma, ha rilasciato delle dichiarazioni al portale svedese Dagens Nyheter.
Gli inizi
"Quando ho deciso di andare al Klagshamn in seconda divisione anziché fare il salto nella prima, più di otto anni fa, era perché sapevo che quello sarebbe stato il passo iniziale. Da lì la mia carriera è decollata e il Malmoe si è accorto di me. Quando mi guardo indietro penso di aver fatto una bella deviazione. Ma non è stata inutile, era una strada che dovevo prendere. Non sempre le cose vanno come ti sei immaginato. Prendere strade più storte, avere qualche battuta d'arresto, mi hanno reso ciò che sono ora. Hanno migliorato la mia mentalità. Porto sempre dentro tutto quello che ho passato".
Mondiale in Russia
"Non sapere quanto ci avrei messo a recuperare mi ha stressato molto. La mia ragazza era incinta del nostro secondo figlio, mia figlia si è rotta una gamba una settimana dopo. È stato un momento difficile. Il dottore mi ha detto che avrei potuto farcela, ma che non poteva garantirmi nulla. Non sono arrivato alla Coppa del Mondo nelle condizioni migliori, ho fatto solo una partita e un paio di amichevoli".
L'arrivo alla Roma
"Quando mi è stato detto che l'agente era in contatto con Roma, è stata una grandissima gioia. E poi nel bel mezzo di una fase finale di Coppa del Mondo… Speravo di venire fin da subito: tutti i giocatori vogliono giocare al più alto livello possibile. Quando arrivi dalla Scandinavia è più complicato, perché c'è una grande differenza con il campionato italiano. Io poi nella carriera sono maturato tardi: per questo non mi sono mai fissato un obiettivo, ho lavorato sempre per obiettivi intermedi, a breve termine. Ha funzionato sempre bene. Ma i sogni sono sempre stati grandi. Sempre".
L'eredità di Alisson
"Non ero nervoso, ma teso. Desideravo ardentemente quella partita (contro il Torino, ndr), era il mio debutto in un campionato nuovo, in un club così grande. Ho cercato di mantenere la calma e facendo ciò che so fare. È finita bene, molto bene. I compagni mi hanno aiutato a non subire gol e mi hanno supportato in ogni situazione. Daniele è stato il primo a voltarsi dopo il fischio finale e venirmi incontro per abbracciarmi. Ha significato molto. Da lì ho capito di far parte della squadra, si sono presi cura di me".
Savorani e Di Francesco
"Ci alleniamo molto duramente, ma dopo ogni esercizio senti che stai migliorando. Vai a casa con quella sensazione, torni a casa e ti senti meglio. Devi fare tanti sforzi, ma la ricompensa è grande. Scendiamo nei minimi dettagli per ottenere il meglio possibile. Ero abituato a pensare da portiere scandinavo, qui è completamente diverso. Sapevo che ci sarebbe voluto del tempo, ma per fortuna non è stato tanto. Sono riuscito ad adattarmi rapidamente e oggi imparo sempre cose nuove. Per esempio il controllo di palla: in Danimarca ricevi e rilanci lungo, qui devi tenerla un secondo di più per capire la situazione davanti a te".
Obiettivi stagionali
"Tutti vogliamo vincere, ma non è sempre facile. Abbiamo avuto i nostri momenti di calo, ma il modo in cui andiamo ad allenarci il giorno dopo una sconfitta e diamo tutto per migliorare per la partita successiva è un modo di pensare professionale. Vogliamo sempre migliorare per la partita successiva. Il calcio è questo, anche se si vuole, non è facile trovare una risposta e capire di chi o cosa è la colpa. Reagire dopo le papere con il Genoa? Sì, è stato molto difficile. Sfortunatamente queste cose succedono, ma poi deve essere forte e ripartire il giorno dopo. È solo così che puoi superare un errore. Dopo la partita ero arrabbiato e lo ero anche il giorno dopo. Ma devi concentrarti sull'allenamento e dare tutto. Per dimostrare a te stesso e agli altri che è stato solo un errore ma che sei tornato di nuovo".
Il rapporto con Totti e con i tifosi
"È una persona fantastica, che ha una storia bellissima qui nel club. Sono felice di rappresentare la squadra che ha rappresentato. Fa come una persona qualsiasi, viene e saluta sempre tutti. I tifosi? Ovunque tu vada ci sono romanisti. Anche se vai a comprare il latte. Ma è grandioso, questo dimostra quanto hanno a cuore la Roma e sono orgoglioso di rappresentare il club che amano. L'italiano? È difficile, non l'ho ancora capito bene. Ma so che migliorerò, l'importante è che le indicazioni sul campo le ho imparate velocemente".
Razzismo nel calcio
"Non dovrebbe succedere. È il 2019, la gente va a guardare le partite perché gli piace il calcio. È una cosa che odio, quegli idioti non dovrebbero essere allo stadio".