Mancini: "Le vittorie ce le siamo conquistate. L’Inter ci dirà quanto valiamo davvero"

Gianluca Mancini si racconta in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Il difensore della Roma, oggi uno dei punti fermi del progetto Gasperini, parla del sorprendente primato in classifica senza nascondere la consapevolezza del percorso fatto. Dal rimpianto di non aver mai giocato la Champions alla speranza di arrivarci con questa Roma, passando per il ricordo dolce-amaro di Budapest e la fiducia nel gruppo: Mancini si conferma uomo squadra, riferimento tecnico e caratteriale di una Roma che sogna in grande. Domani, contro l’Inter, un test che potrà dire molto sulle reali ambizioni scudetto.
Da una prima volta ad un primo posto. È sorpreso di questo primato della Roma?
"No. Le vittorie ce le siamo sudate, conquistate. E poi conosco il mister, le sue qualità e doti caratteriali. Rispetto all'Atalanta è cresciuto come esperienza internazionale, ma la passione è sempre altissima. In alcune gare forse abbiamo avuto un po' di fortuna, ma non abbiamo rubato niente a nessuno. C'è sempre un motivo se le cose vanno bene o male".
Le manca non aver giocato mai la Champions?
"Arrivarci è il nostro obiettivo. Una società come la Roma, con questo tifo, deve fare la Champions. Negli ultimi due anni ci siamo andati vicini, in Europa League abbiamo fatto una finale e una semifinale, siamo navigati. Mi manca, ma la vivo in maniera tranquilla, concentrato sul presente".
Roma-Inter domani sera che gara sarà?
"Sfida tosta, anche se nel calcio di oggi non esistono più partite facili. L'Inter è la squadra più forte del campionato insieme al Napoli, anche se forse i nerazzurri sono leggermente superiori, anche per quello che hanno fatto in Europa negli ultimi anni. Ma ci faremo trovare pronti, è una partita che ci farà capire di che pasta siamo fatti".
La partita la può risolvere Dovbyk?
"Magari, ce lo auguriamo tutti. Di Artem si dice sia timido, ma non è così, l'abito non fa il monaco. È uno tosto, che dà sempre tutto, una risorsa. In generale se vedo un compagno triste o un po' abbattuto cerco di caricarlo. Con lui è successo a Lecce, quando gli dissi: "O prendi un giallo per una spallata o fai gol". E andò proprio così: gol decisivo, dopo aver spostato un armadio come Baschirotto".
La gioia e il rammarico più grande?
"Gioia sicuramente la vittoria della Conference: screditata da tutti, noi sappiamo quanto è stato difficile vincerla. Ripenso ai festeggiamenti, a tutta quella gente. Il dolore è invece Budapest, dove mi capitò di tutto: l'assist per il gol di Dybala, l'autogol che mi rotola sempre in testa e il rigore sbagliato, il primo calciatp in vita mia. Spesso dopo mi svegliavo sognando di ribattere il rigore, quella finale resta una pugnalata".
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 20/2010 del 11/11/2010
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale: Alessandro Carducci
© 2025 vocegiallorossa.it - Tutti i diritti riservati
