Garcia: "Una stagione non è un fiume tranquillo". VIDEO!
Il tecnico della Roma Rudi Garcia ha rilasciato un'intervista al portale australiano theworldgame.sbs.com.au:
"Io ero un giocatore medio, anche le scelte sono importanti, possono cambiare la carriera di un giocatore. Sono contento per la mia carriera di giocatore.
Il lavoro psicologico sulla squadra è un parametro, non di più, ma penso che la testa giochi molto, può aiutare quando c'è stanchezza fisica. È meglio che la squadra abbia fiducia, ma bisogna lavorare sul piano fisico. Il lavoro col pallone è più interessante di quello senza, ma è più difficile da valutare.
Quando sono arrivato ho trovato un ambiente negativo. Capisco che i tifosi possono essere delusi quando non vanno bene le cose, ma quando inizia una nuova stagione con un nuovo allenatore bisogna dare un po' di credito. Ma va bene, quello che è importante è proteggere i giocatori e lavorare, lavorare molto. La nostra verità esce dal campo, abbiamo iniziato bene cambiando le cose, e ora mi sembra che il popolo romano sia più felice.
Penso che prendere le cose in mano, fare gioco, sia meglio. Siamo attori del gioco, non sempre voglio dire di stare attenti a qualcosa degli avversari, per me è un limite, ma si può anche vincere così. Non abbiamo subìto molti gol, siamo il migliore attacco del campionato. Per fare punti bisogna segnare, con 38 pareggi finisci in Serie B.
È una questione di passione, qui i tifosi sono appassionati, molto più che in altri posti. È come la vita, la passione è bella ma può essere pericolosa, perché vedi tutto nero o tutto rosso, rosa? Rosa. Può essere un problema. Per questo dobbiamo rimanere coi piedi per terra, una stagione non è un lungo fiume tranquillo. Ci saranno momenti più difficili, non sarà un problema. La cosa importante è che quando arriverà un periodo negativo il gruppo abbia la forza di uscirne velocemente.
Non penso al record di 10 vittorie, penso solo al presente e alla settimana che finisce con la partita. Non penso alla prossima partita dopo il Sassuolo (l'intervista è precedente a Roma-Cagliari, ndr), penso solo a vincere e a fare il migliore lavoro su tutti i piani, così la squadra sarà pronta per giocare.
Totti è un fuoriclasse, è facile gestirlo. È un uomo normale, umile, non si può fare una carriera come ha fatto e come sta facendo senza avere buonsenso, logica nel modo di giocare e vivere. È facile con lui. Generazione finita? Possibile, lui ha conosciuto solo la Roma. Spero che questo si ripeta, ma non sono sicuro.
Per il momento, il calcio è lo sport più popolare. Questo non è cambiato e forse non cambierà. Quello che è cambiato è che con tutte le possibilità di avere le notizie, tutti i siti, la TV, la copertura mediatica è molto più importante. Lo vediamo noi con le tante domande che arrivano. Ciò che cambia è la gestione umana, perché prima il giocatore era quasi solo a fare il suo mestiere, ora ha il suo procuratore e i suoi preparatori. Tutte queste cose cambiano un po' la situazione,c'è anche il problema che quando uno è giovane ha fatto già 3-4 partite. È totalmente differente dai miei tempi, quando bisognava lottare. Se non facciamo tutto per un giovane, va da un'altra parte.
Per essere sincero, so poco del football australiano. So che Del Piero gioca nel Sidney e che ha fatto belle cose, 12-14 gol. Ricordo solo che il portiere dell'Australia incontrò l'Italia negli ottavi di finale, ha giocato contro di noi negli USA col Chelsea. Ma so poco, è colpa del fuso orario. Quando loro giocano, io faccio altro (ride, ndr)".