Balzaretti: "Totti è senza dubbio il calciatore italiano più forte della storia. Una volta segnò da centrocampo e smettemmo di allenarci". VIDEO!
Federico Balzaretti, ex calciatore della Roma, racconta a DAZN la sua esperienza vissuta come compagno di squadra di Francesco Totti.
Il contratto con la Roma
"Prima di firmare il contratto ci pensi. Impossibile non pensare al fatto di giocare con Francesco. La prima cosa di quando sono entrato nello spogliatoio era la soggezione nel vederlo, sinceramente. Vedevi qualcosa di talmente grande che obiettivamente, ripeto, è stato molto emozionante, hai lo stesso blocco di un bambino di 10 anni che lo vede. Non ricordo neanche se gli ho detto ciao per quanto ero emozionato".
Gli allenamenti
"La prima cosa che pensi è quella di essere fortunato nell'essere a 20 metri da lui, poi pensi se sei in grado di giocare con lui. La prima idea era di dare la palla a Francesco, sempre quella di dare la palla al giocatore più forte, una regola non da Serie A, ma da campetto di quando a 7 anni la palla la si dava al più forte del quartiere".
La visione di calcio di Totti
"Quando giocavo contro Francesco e la Roma ero terrorizzato perché ti faceva passare la palla dietro le orecchie. Per cui tutte le volte che ci giocavi contro avevi le antenne dell'attenzione che si drizzavano quando giocavi contro di lui. Quando sono arrivato alla Roma pensavo che da quel momento mi sarei divertito io. Tante volte non sono andato su un pallone e mi sono giustificato perché aveva ragione lui, aveva una visione del calcio talmente evoluta, dei tempi talmente straordinari che ogni tanto tu non ci arrivavi".
Il cucchiaio:
"Ogni giorno in allenamento era un gol come quello visto a San Siro (Inter-Roma 2-3 2005/06). La cosa incredibile è che tu lo sapevi, ma tanto faceva gol lo stesso, era uno spettacolo e vinceva molte partite perché l'allenatore era molto condizionato dal farlo vincere, faceva pesare in partitella il suo essere Francesco Totti, perciò chi stava in squadra con lui vinceva, noi compagni avevamo la classifica di chi avesse giocato con lui perché era divertente, era un modo per giocare. Con Garcia poi chi vinceva più partitelle in un mese, vinceva la magliettina. Una volta in allenamento segnò da metà campo con una delle sue giocate: venire a ricevere palla di sponda per imbucare, quella volta però tirò in porta da 50 metri e chiedemmo si smettere l'allenamento perché non potevamo vedere meglio di quella giocata. Ci sono stati calciatori che davano qualche calcio perché rosicavano quando subivano le sue giocate o i tunnel e lui gliene faceva ancora di più. Burdisso che aveva un certo tipo di temperamento quando non voleva tunnel o giocate glielo faceva capire".
Il derby
"Gli cambiava la faccia, lo sentiva senza dubbio, per responsabilità perché a Roma è una partita diversa e quindi quel suo modo di scherzare sempre in allenamento era minore in quella settimana, perché era talmente una persona naturale, spontanea, semplice e quindi non cercava neanche di mascherare".
Il professionista Totti.
"Veniva da un paio di stagioni con un rendimento così e così dove molti lo davano per finito. Con Zeman faceva dei lavori straordinari, nelle ripetute era il primo, sentiva questa voglia di voler giocare ancora. Lavorava come un matto: arrivava 2 ore prima dell'allenamento, fisioterapia, lavoro in palestra, post, era estremamente attento all'alimentazione, curava tutti i dettagli, per cui tutti quelli che lo pensano in una maniera diversa si sbagliano di grosso. Questi giocatori non sono da comprendere, sono da ammirare, ti lasciano sempre con un senso di stupore e ogni volta ti chiedi come abbia fatto".
Totti il più forte calciatore italiano di sempre?
"Possiamo dibattere su Rivera, Baggio, io non lo metterei dietro a loro, anzi, senza dubbio direi che sia il più forte giocatore italiano della storia".