ESCLUSIVA VG - Glionna: "Fin da inizio stagione ho pensato allo scudetto. Roma-Barcellona è stata surreale, sembrava una partita maschile"

26.05.2023 11:48 di  Luca d'Alessandro  Twitter:    vedi letture
Fonte: intervista a cura di Luca d'Alessandro
ESCLUSIVA VG - Glionna: "Fin da inizio stagione ho pensato allo scudetto. Roma-Barcellona è stata surreale, sembrava una partita maschile"
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Una felpa arancione che contrasta in pieno una delle tante giornate plumbee di questo maggio anomalo. Così, in pieno stile Benedetta Glionna, lo stile di chi è abituata a vedere le cose sempre nel loro lato positivo, veniamo accolti dalla tre volte campionessa d'Italia, l'ultimo proprio in maglia giallorossa, al Centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti. L'allenamento è finito da poco, il tempo di pranzare e su una panchina vista campo, inizia la nostra intervista in esclusiva, dove la timidezza iniziale lascia subito spazio alle tante emozioni di una stagione storica, come quella della Roma Femminile. 

Dopo due scudetti e una Coppa Italia con la Juventus, finisci in prestito al Verona e poi all'Empoli di Spugna. Il mister viene alla Roma e ti vuole con lui, tanto che la Roma mette sul piatto della bilancia un idolo della piazza come Bonfantini. Ci racconti un po' quali sono stati i tuoi pensieri in quel momento, cosa ti ha detto il mister per farti scegliere la Roma e perché hai preferito la Roma che era una realtà emergente rispetto alla Juventus che era più affermata?
“Venivo da due anni di prestito, praticamente quando mi hanno messo davanti le possibilità che avevo e tra queste c’era anche la Roma, ci ho pensato poco e niente nel sceglierla. Riguardo la scelta non ho avuto dubbi perché anno dopo anno il mio obiettivo principale è sempre quello di crescere, quindi venendo prima da Verona e poi da Empoli, ovviamente era un salto importante e un miglioramento inevitabile e per questo ci ho messo poco a scegliere la Roma”.

Tra l'altro hai segnato un gol alla Roma, proprio sul campo dove ora vi allenate (al Giulio Onesti) in un’amichevole che hai giocato con la maglia delll’Empoli: com’è stato passare da avversaria qui a essere quella di casa?
“È stato diverso sicuramente all’inizio (sorride ndr), la differenza che ho notato e sentito tanto è stata al Tre Fontane, perché quando entri da avversaria in quello stadio, ti arriva subito l’impatto della gente e del campo. Da avversaria ho sempre pensato che giocare contro la Roma nel suo stadio saremmo partite un po' svantaggiate, invece entrandoci da giocatrice della Roma, già dal fatto di andare nello spogliatoio di casa, è stata completamente un'altra cosa e abbastanza subito ti fa sentire a casa tutto l'ambiente: dal Tre Fontane, a qui dove ci alleniamo, le persone che lavorano qui, ti senti davvero a casa e non è un modo di dire". 

E quando sei entrata al Tre Fontane, da calciatrice della Nazionale (in occasione di Italia-Colombia ndr)?
“Là è stata un altro tipo di emozione, perché giocare con la maglia della Nazionale è sempre un’emozione davvero unica e indescrivibile. È stato strano perché quando entri al Tre Fontane ti senti a casa, poi quando non ci giochi dopo un po’ di partite, entri e tiri un sospiro di sollievo, perché finalmente sei a casa e con la maglia della Nazionale ci sentivamo comunque a casa”.

Per te è stato il terzo scudetto. È vero che vincere a Roma è diverso? Cosa ti ha lasciato questo scudetto rispetto agli altri due?
“Anche i primi due sono stati importanti, soprattutto il primo, perché era tutto nuovo per me, avevo 18 anni e l'anno prima giocavo in Serie C e sono cose che non dimenticherò mai. Secondo me è vero che vincerlo qua è diverso perché è un’emozione completamente unica. Non so come spiegarlo, è un’emozione diversa perché è vissuto tutto a 360°. Quando firmi per una squadra come la Roma ti arriva subito l’impatto della gente, l'impatto  dell’appartenenza a questa società e a questa maglia. Vincere in un ambiente che nel Femminile non aveva mai vinto e nel maschile aveva vinto solo tre scudetti è diverso perché è più emozionante”.

È stato il primo scudetto da calciatrice professionista: ha un peso differente? È cambiato qualcosa con il professionismo?
“Sono sincera, per me, ma penso per tutte le ragazze, a parte le cose burocratiche della società, per noi è cambiato poco e niente, perché dal punto di vista dell’atteggiamento, come ci comportiamo, le ragazze più grandi da anni, noi da un po', ci siamo sempre comportate come professioniste dal primo minuto in cui entri in campo, fino all’ultimo. Per noi ovviamente è un riconoscimento molto importante che aspettavamo da molto tempo. Dal punto di vista pratico non cambia molto. È stato un passo importantissimo a livello mentale questo tipo di riconoscimento". 

Siamo alla fine di una lunga stagione, una cavalcata vincente iniziata con 2 gol e un tuo assist a Glasgow, nel debutto in Champions League della Roma. Una stagione in cui la Roma ha fatto la sua storia e dove tu resterai per sempre nella storia del club come la prima calciatrice giallorossa ad aver fatto un gol in Europa: te ne rendi conto?
“Non ci avevo pensato, sono molto contenta per quei due gol sì, ma soprattutto per il percorso che abbiamo avuto poi in Champions e per come sia andata questa stagione. Mi ricordo di quella partita contro il Glasgow, eravamo tutte molto emozionate perché tante di noi avevano poca o nessuna presenza in Champions League. Eravamo molto emozionate, ma molto cariche nell’affrontare quella partita e per il resto sono contenta che sia andata così la nostra Champions League”.

Ti ricordi il gol?
“L’avevo tirata abbastanza angolata, il portiere non è riuscito a pararla”.

Nel calcio maschile, a causa dei troppi impegni, molte squadre è come se facessero una scelta, cioè andare avanti in coppa oppure puntare tutto sul campionato. Voi siete andate in fondo in tutte le competizioni, ne avete vinte due su quattro a parte la Champions League e manca la finale di Coppa Italia. Inoltre più siete andate avanti più avete trovato convinzione nei vostri mezzi, arrivando a una piena maturazione a un certo punto della stagione. Questo è un insegnamento che potete dare al calcio?
“Sicuramente essere presenti in più competizioni di un certo livello rende difficile mantenere lo stesso livello in campionato, andando avanti con la stagione. Penso anche che vincere aiutare a vincere, quindi, sicuramente, il fatto che abbiamo iniziato bene ci ha aiutate, prestazione dopo prestazione perché è ovvio che si cresca e si migliori partita dopo partita. Riguardo le varie competizioni, quando ci sono stagioni così c’è da parte dello staff una gestione di un certo tipo. Non è che non pesi giocare di più, però ci deve essere disponibilità totale da parte del gruppo nell’affrontare tutte le partite alla stessa maniera e questo gruppo ha aiutato tanto". 

Ci sono stati due eventi fondamentali in stagione: i 40.000 dell’Olimpico in Champions League e la vittoria dello scudetto. Quale evento ti ha colpito di più?
“Mi hanno colpito entrambe, ma sono due emozioni diverse. La gara all’Olimpico è stata emozionante, ricordo che ci ho messo più giorni a metabolizzare tutto, perché quando siamo entrate a fare il riscaldamento e quando è iniziata la partita sembrava una partita di calcio maschile e sembrava surreale. Il fatto che comunque non fosse mai successo giocare una partita di calcio femminile all’Olimpico è stata una piccola pagina di storia all’inizio, è stato emozionante per questo motivo, perché nessuna di noi si aspettava così tanta gente. Poi la partita è andata in un certo modo, eravamo in Champions League, ai quarti, è stata tutta una prima volta emozionante dal primo minuto, fino all'ultimo. Per quanto concerne lo scudetto è stata un’emozione diversa, più liberatoria perché è stata emozionante, perché è stata la fine di un cammino e di un campionato così”.

Tante tue compagne hanno detto che la vittoria contro la Juventus vi ha dato la consapevolezza di vincere il campionato, ma è stata una vittoria arrivata nella parte finale del campionato. Adesso che lo scudetto è archiviato e la scaramanzia è finita, c’è stato un momento dell’anno dove hai pensato che fosse l’anno giusto per vincere?
“Se devo essere sincera, fin dall’inizio. Rispetto all’anno scorso, già dal precampionato e dalla preparazione, vedendo come ci allenavamo, la speranza di provarci c’era già. Quest’anno è stato diverso perché partita dopo partita le abbiamo affrontate nella stessa maniera, il nostro atteggiamento iniziale è stato sempre lo stesso, questa mentalità ci ha portato a fare un cammino del genere. La partita contro la Juventus è stata liberatoria perché ci ha avvicinate di un soffio alla vittoria del campionato, però penso anche a quella vinta 1-0 in casa della Sampdoria oppure l’1-0 al Sassuolo, anche il 3-2 al Parma. Ci sono state tante partite sofferte che però tutte insieme ci hanno portate a fare un cammino del genere”.

Al Premio Bulgarelli, Spugna ha detto: “Ringrazio le mie ragazze perché ogni giorno mi insegnano qualcosa”. Cosa pensi di aver insegnato a Spugna?
“Non so bene a cosa si riferisse, scherzo (ride ndr!), però sono consapevole del fatto che tutte noi, ogni giorno entriamo in campo con determinazione e passione dall’inizio alla fine, da diversi anni, quindi sicuramente dalla passione che mettiamo in ogni esercizio".

Mourinho ha detto recentemente che nella sua squadra “sia che giochi un Under 15 o una ragazza della Femminile, l’atteggiamento resta lo stesso”. 
“Penso al fatto che lui intendesse che dal punto di vista dell'atteggiamento, dell'appartenenza, della crescita dei ragazzi, dell'applicazione non ci sarebbe differenza trai giocatori, i ragazzini o noi giocatrici. Anche lui venendo da fuori, ha subito percepito questo senso di appartenenza al club". 

Vi ha galvanizzato il fatto che Mourinho fosse presente a Roma-Juventus?
“Sicuramente ci ha fatto piacere, perché sentiamo da parte della società vicinanza e sostegno. Si vede che si sta crescendo sempre di più”.

C’è un calciatore al quale ti ispiri?
“Da piccola il mio idolo è stato tantissimo Cavani. Lui mi piaceva tanto, tanto l’ho seguito al Palermo e al Napoli. Ora mi piacciono più giocatori, è un calcio più moderno però se devo fare un nome dico Kvaratskhelia. Mi piace per la tecnica, la rapidità e il dribbling”.

Batti le punizioni un po’ come Cristiano Ronaldo.
“Se sono più lontana dalla porta, prendo la rincorsa più dritta. Mi piace batterle e le provo in allenamento. Voglio migliorare in questo”.

In partita, però, hai tanta concorrenza?
“Sì, dipende dalla posizione e da chi di noi si sente di tirarla, perché abbiamo calci differenti, poi ci mettiamo d’accordo”.

Nel tuo ruolo hai tanta concorrenza con Haavi e Serturini. Hai dichiarato di preferire di giocare a destra, qual è la qualità in più che ha la Roma con Glionna in campo?
“Siamo tre giocatrici diverse, secondo me non si tratta di avere un qualcosa in più o in meno, facciamo giocate diverse. Io mi accentro un po’ di più rispetto a Haavi e Serturini che stanno più larghe, poi comunque riusciamo a variare più giocate”.

Il 4 giugno ci sarà la finale di Coppa Italia contro la Juventus. C’è stata un po’ di polemica nell’ultimo precedente, si è passati da Bonansea che ha dichiarato di tifare Roma in Women’s Champions League alle accuse (infondate, ndr) di Rosucci: come hai vissuto tutto questo essendo anche una ex? Un ulteriore segno della crescita della forza della Roma? 
“A me è dispiaciuto a prescindere per il contesto. Sono cose che sono uscite dopo la partita, non è stata una cosa di campo dove, quest’anno, in particolare, ce la siamo giocata un po’ di più. Poi in campo ognuno punta sempre a vincere e quindi c'è sempre quell'agonismo e quella rivalità che però finisce lì per quanto riguarda me. In quella squadra ho delle amiche per cui nutro stima e rispetto". 

Come state vivendo l’attesa della finale di Coppa Italia?
“Per ora ci stiamo concentrando su queste ultime partite come abbiamo fatto sempre tutto l’anno: pensando partita dopo partita. Ovviamente sarà una finale importante, cercheremo di raggiungere un altro nostro obiettivo ma per ora lavoriamo giorno dopo giorno”.

Hai il contratto in scadenza nel 2024. Hai già iniziato a parlare di rinnovo? Ti vedi a lungo nella Roma?
“Posso dire che ora sto molto bene, è un ambiente sereno e mi sento molto tranquilla. Ti permette di crescere e migliorare che è il mio obiettivo principale, per ora sto bene e per il futuro vedremo”.

Credi nella convocazione per il Mondiale in Australia e Nuova Zelanda? Qual è l’obiettivo che ti sei prefissata e quale può raggiungere l’Italia?
“Sto cercando di lavorare per avere una possibilità di essere convocata, vedremo a fine campionato nel pre-raduno se ci sarò. Spero di poterci essere. Vogliamo passare il girone, poi dopo non lo so”.