Un disastro sfiorato, una nuova occasione
La gara con l’Empoli di Coppa Italia, oltre ad appalesare nuovamente il problematico momento della Roma, ha lasciato ancora una volta strascichi polemici, susseguenti la decisione dell’arbitro Di Bello di concedere ai giallorossi il calcio di rigore che ha permesso loro di tornare in vantaggio sui toscani e di centrare faticosamente l’obiettivo dei quarti di finale della competizione.
Al di là del discorso pratico, focolare principale delle solite infinite discussioni di cui forse è meglio non occuparsi, quel fischio è un evento che raramente è occorso nella storia della Roma, una squadra che, quando si è trovata in difficoltà, difficilmente ha avuto occasioni per evitare di cadere nel baratro. L’aver comunque battuto l’Empoli (che a onor del vero, per quanto abbia certamente disputato un’ottima partita, ha tirato verso la porta la metà delle volte rispetto ai giallorossi e ha centrato lo specchio quattro volte contro tredici, numeri che hanno sì duplice valenza ma che certificano in ogni caso una produzione sufficiente per vincere una partita da parte della squadra di casa) nonostante una prestazione ancora una volta al di sotto delle aspettative, coronata dai fischi dello Stadio Olimpico, può permettere a Garcia e ai giocatori di provare a dare una scossa senza che sia un evento fortemente negativo a provocarla. Da queste parti è successo tante volte che per ripartire fosse necessario il configurarsi di un disastro, basti pensare che proprio questa Roma nasce dalle ceneri della sconfitta in finale di Coppa Italia; la sorte ha voluto che contro l’Empoli il disastro non si sia verificato, nonostante ci fossero diversi presupposti perché accadesse, e i giallorossi hanno dunque la chance di rendersi conto del momento e di farlo con in mano il pass per i quarti di Coppa Italia.
Non sfruttare questa possibilità, con tre competizioni ancora alla portata, sarebbe un peccato imperdonabile: per farlo servono freddezza, capacità di analisi e soprattutto consapevolezza. Se c’è una differenza tra la Roma di inizio stagione e questa, al contrario di quanto si possa pensare, è proprio che quella era una squadra sicura e sfrontata al punto giusto, questa, prima che sull’avversario, ha dubbi su se stessa. Ed è ora di risolverli: è troppo presto per gettare la spugna, ma la clessidra comincia a svuotarsi.