Se fossero tutti come Danielino De Rossi

01.06.2010 00:01 di  Carlo Zampa   vedi letture
Se fossero tutti come Danielino De Rossi
Vocegiallorossa.it
© foto di Carlo Zampa

Daniele De Rossi, unico rappresentante della Roma nella nazionale italiana che affronterà il prossimo mondiale in Sudafrica, avrà sempre il mio sostegno. Tante le voci, troppe le polemiche intorno a questo giocatore che ha sempre dimostrato di non avere alcun problema nel rilasciare dichiarazioni tutt’altro che scontate, mettendoci sempre la faccia e pagando in prima persona le conseguenze di quanto affermato. La polemica nata in questi giorni dopo il suo commento sulla "Tessera del tifoso" (della quale parlerò prossimamente) è stata strumentalizzata in un modo che ritengo vergognoso e dettato dalla malafede. Sarebbe bastato ascoltare le esatte parole del centrocampista giallorosso per capire il senso del suo discorso, senza estrapolarne una singola parte per sfruttarla a proprio piacimento.
De Rossi, dopo le ultime vicende quantomeno bizzarre, per usare un eufemismo, che hanno visto coinvolti dei membri delle Forze dell’Ordine in situazioni tutt’altro che chiare, ha espresso il suo pensiero ricollegandolo proprio a questi episodi ed ipotizzando la necessità di una “Tessera del Poliziotto”.
C’era bisogno del monito di Daniele per far tornare alla mente di tutti casi come quello di Stefano Cucchi, morto in circostanze ancora al vaglio degli inquirenti? O quello di Stefano Gugliotta, reo secondo la polizia di aver partecipato ai tafferugli del dopo Roma – Inter di Coppa Italia, e per questo picchiato, arrestato e costretto da innocente a farsi nove giorni di carcere? Per non parlare del sig. Spaccarotella del quale sappiamo tutto, compreso il fatto che non ci risulta aver scontato un solo giorno di carcere per l’omicidio di Gabriele Sandri, malgrado la condanna di sei anni avuta in primo grado.
Alla luce di questi noti fatti è possibile che la dichiarazione di Daniele De Rossi sia stata talmente “grave” da indurre il Ministro degli Interni a ritirare una parte dei funzionari preposti alla sicurezza della nazionale, oppure permettere ad un Telegiornale nazionale di attribuire la colpa al numero 16 giallorosso della mancata assegnazione degli Europei 2016 all’Italia?
Per trovare la risposta sarebbe bastato leggere il dossier presentato dalla nostra federazione per la candidatura alla prestigiosa competizione dove, tra le varie lacune dimostrate, viene citata la carenza di alcuni impianti sportivi, l’impossibilità di parcheggiare presso gli stessi o la deficitaria situazione di alcune delle nostre autostrade.

Invece è molto più comodo attribuire la colpa alle parole di Daniele De Rossi, sminuendo così l’efficienza dell’organo competente per decidere la designazione per gli Europei ed aumentando la triste figura fatta dall’Italia. Peccato che il Presidente della Repubblica in questi giorni sia così tanto impegnato in cose futili, come il vaglio della manovra finanziaria presentata dal Governo, altrimenti ci avrebbe illuminato con una saggia affermazione a riguardo.
Anche nel 2012 la candidatura del nostro paese fu bocciata, ma in quel caso mancò il capro espiatorio del momento a cui accollare la responsabilità della mancata designazione…..
E’ sotto gli occhi di tutti l’odio che in ogni circostanza trasuda verso Roma e i romani, ma questo non scalfisce minimamente il nostro senso di appartenenza, l’orgoglio di esser figli di questa città e l’amore che riserviamo a chi la rappresenta in modo degno. Daniele De Rossi, insieme al nostro capitano Francesco Totti, sono simboli ed emblemi della Città Eterna, pagando in prima persona gli errori che commettono e non nascondendosi dietro ridicole scuse.
Loro sono Roma, io sono e sarò sempre con loro.