Roma, l'eccezione del Paese tutto "tarallucci e vino"

10.06.2010 00:01 di  Emanuele Melfi   vedi letture
Roma, l'eccezione del Paese tutto "tarallucci e vino"
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

"Statene certi, vinceremo". Brividi. "Daje Roma daje!". Ancora brividi. Flash back: martedì 6 giugno 2000, stadio Olimpico ore 13; Gabriel Batistuta fa il suo ingresso sotto la Sud salutando i tifosi giallorossi in visibilio. Altri tempi, però: Lazio fresca campione d'Italia (una rarità) e una Roma decisa a strappare quello scudetto che stonava sulle maglie biancocelesti. La situazione, oggi, è assai diversa: siamo ai vertici del calcio italiano da ormai un decennio mentre della Lazio se ne sono perse le tracce. Le due storie hanno un comune denominatore: l'arrivo del campione, in questo caso Adriano, è stato accolto in egual modo, sintomo che il tifoso giallorosso e la sua passione per la Roma non sono cambiati, nè cambieranno. Mai.

Qualche rappresentante della stampa romana ha fatto ironia sull'arrivo dell'asso brasiliano. Il pulpito, quello di sempre, lo conosco a memoria e per questo non mi stupisco; ne rimango semplicemente schifato. Guardiamo invece la splendida realtà: la società di Trigoria ha fatto un gran colpo non solo per aver ingaggiato Adriano ma, sopratutto, per aver inserito nel contratto delle clausole che la tutelano da eventuali 'capricci' del verdeoro. Accettandole, il neo giallorosso, ha dimostrato esplicitamente di credere fortemente nel progetto Roma e in un suo pronto riscatto. Per certi versi potrebbe essere considerato il colpo dell'estate d'altronde grandi calciatori come l'Imperatore si possono prendere a basso costo o a parametro zero solo dopo un grave infortunio ma sappiamo bene che Adriano non ha avuto nulla di tutto questo. La sua testa ha fatto la differenza; tocca a Ranieri, Pradè, Conti e Montali tutelare e proteggere dal mondo esterno questo grande patrimonio della società Roma.

Siamo un'isola felice in una nazione che di felice ha ben poco.

Se Roma "felice" saluta il suo nuovo Imperatore, Milano "triste" non dorme sogni tranquilli. Sponda Inter, infatti, sono parecchio agitati per il deferimento di Moratti e Preziosi a cui solo pochissimi organi di stampa hanno dato il giusto risalto. Milito e Motta, protagonisti della tripletta nerazzurra, sono stati trattati personalmente - secondo le carte del Procuratore Federale - dagli stessi Moratti e Preziosi in un periodo nel quale il presidente del Genoa era un soggetto inibito, cosa vietata dal regolamento. Attendiamo, da buoni italiani fiduciosi nella Giustizia Sportiva, sanzioni pesantissime, in termini di punti, per le due squadre. L'istinto non mi fa ben sperare; siamo il paese del "tarallucci e vino" e sono portato a pensare che verranno presi provvedimenti minimi per i due soggetti.

D'altronde "l'insabbiamento della notizia" è già partito...