Messaggi a se stessi
È fine settembre, ma è come se si fossero già giocate una trentina di partite. L’esasperazione all’esterno è già massima, mentre all’interno si vedono cose tipiche di un gruppo - dove per “gruppo” - si intende anche l’allenatore - a fine ciclo (?). Scelte per dare messaggi come quella di Zaniolo, tribune per dare messaggi come quella di Kluivert, messaggi per dare messaggi come quelli dei protagonisti a fine partita. A forza di dare messaggi, però, si stanno perdendo di vista una serie di presupposti con cui si voleva iniziare la stagione, ma che non sono mai stati messi in pratica fino adesso. Con i risultati che sono agli occhi di tutti: al di là dell’emorragia di punti in campionato e del negativo esordio in Champions League, la squadra che (forse più di tutte) aveva la possibilità di costruire una fisionomia di gioco, ancora non lo ha fatto.
La squadra è stata costruita in un certo modo: ribaltando il concetto, c’è un modo per cui è stata costruita. Esempi pratici: ceduto Gonalons, che era l’alternativa di De Rossi dello scorso anno, è arrivato Steven Nzonzi - professione mediano - che a oggi ha più minuti giocati insieme a De Rossi che al posto di De Rossi. Ceduti Nainggolan, Gerson e Strootman, sono arrivati Cristante, Pastore e Ćorić: i primi due provati insieme per tutta un’estate e mai contemporaneamente in campo da mezzali (complice l’infortunio del Flaco) in questo inizio di stagione, il terzo una possibile riserva di qualità prima provato da attaccante esterno sinistro (posizione in cui sono già disponibili tre giocatori), poi relegato in tribuna contro il Chievo a fronte della presenza di due portieri, e neanche convocato per Madrid, con la scusante dell’inesperienza che regge ben poco, vista la carta di identità che dice 21 anni (età in cui si è calcisticamente giovani praticamente solo in Italia) e 17 presenze in Champions League, più di quelle dello stesso Strootman (12), ad esempio. Se il modo in cui è stata costruita questa squadra sia giusto o sbagliato ancora non si sa, ma non è certo quello in cui è andata in campo in questo primo mese abbondante di stagione. “Siamo la stessa persona sul mercato”, ha dichiarato Monchi qualche tempo fa, riferendosi a Di Francesco: difficile che una persona possa mandarsi messaggi da sola.