Le carte giuste
Il fattore randomico in una ripresa di campionato così anomala, se non il preponderante, era senz’altro uno di quelli con il maggiore peso tra quelli che avrebbero formato il prodotto Roma nel match del ritorno in campo dopo oltre tre mesi. Con una condizione fisica approssimativa, dei meccanismi evidentemente da rodare una seconda volta e la possibilità di cambiare in corsa la metà degli uomini di movimento in campo, pescare la carta giusta sarebbe stato probabilmente più efficace che cercare di vincere il piatto tramite puntate strategiche e bluff, per usare una metafora pokeristica. La mano servita a (o meglio, da) Fonseca non era, almeno ex post, la migliore per portare a casa le fiches: l’idea di mettere tanta qualità in campo, con Diawara, Pastore e Mkhitaryan, si è accartocciata sulla serata horror del guineano e su quelle più “normalmente” scialbe del 27 e del 77, che pure un avrebbe servito un assist vincente se Audero non avesse calato la parata della serata sulla prima occasione della partita. A dire il vero, in quella mano non così funzionale era comunque uscita una buona carta, quell’Edin Džeko a cui non si rinuncia mai e che andava semplicemente innescato di più e meglio per poter essere efficace. Il cambio carte - con 5 gettoni a disposizione, che fanno la differenza quando la rosa è effettivamente lunga e non tale solamente sul monte ingaggi e ammortamenti - diventa quindi un momento fondamentale e da lì Fonseca ha trovato quelle buone per chiudere il punto.
Gli assist - uno più bello dell’altro, ma nel senso letterale della frase - di Lorenzo Pellegrini e Bryan Cristante hanno permesso al bosniaco di segnare la doppietta della rimonta, i gol numero 13 e 14 in campionato (tutti su azione) e alla Roma di prendersi i primi tre punti di questo nuovo minicampionato, con una griglia di partenza che, però, continua a lasciar poco sperare per quello che, vedendo come le cose stanno attualmente, sarebbe un vero e proprio miracolo. L’Atalanta resta infatti a sette punti effettivi di vantaggio, ribaltando quella che prima dello stop era la squadra più lanciata della Serie A, e non sembra essersi mai fermata da allora. Come un pokerista con un monte di fiches davanti, carte buone in mano e scelte sempre azzeccate. Finché non si è a zero c’è ancora vita, ma, ad oggi, per centrare l’obiettivo servirebbero due-tre colpi di fila davvero inaspettati.