La bilancia del futuro
In uno dei rarissimi turni di campionato che offrono l’ormai superata contemporaneità, resta strano per tifosi e appassionati della Roma, specie durante una partita contro l’Inter, dover tenere d’occhio il risultato del Sassuolo. Questo è successo nell’ultimo mercoledì di una stagione piena di “-dì” oltre che di sabati e di domeniche, che anche per questo motivo è appassita - a livello di campionato - ben prima di quanto ci si potesse immaginare anche oltre il gap tecnico e soprattutto numerico con le rivali di quello che a inizio anno era l’obiettivo, vale a dire il quarto posto. E a dire il vero, di obiettivo ce n’è ancora uno, quel settimo posto che vale l’accesso ai playoff della nascitura UEFA Europa Conference League (non considerando quelle che al momento sono ancora ipotesi di ipotesi, non certo tali da poter permettere altri tipi di ragionamenti). La domanda - senza risposta, lo anticipiamo subito - è presto fatta: quanta importanza effettiva può avere l’accesso a una competizione come questa, non certo stimolante come la Champions League e nemmeno come l’Europa League disputata dalla Roma in questa stagione? Non è ancora ben chiaro il peso effettivo dei due piatti della bilancia: da una parte, la possibilità di continuare a giocare in Europa, che vale prestigio - seppur minimo - e punti in un ranking che tra qualche anno diventerà ancora più importante di quanto già sia; dall’altra, la possibilità di eliminare tanti di quei “-dì”, la cui presenza o meno in calendario ha fatto la differenza non solo per la Roma, ma anche per tante altre squadre che una volta imboccata la porta d’uscita dell’Europa hanno cominciato a infilare risultati che prima non ottenevano.
Ingaggiare uno come José Mourinho, a prescindere dal mercato che si farà, significa voler puntare a rientrare nella prima classe del treno europeo, che in due parole significa Champions League, e sarà importante investire ogni cosa che sarà impossibile investire, che siano soldi, energie fisiche e mentali. Che possono crescere, come hanno fatto nella prima parte della stagione grazie alle vittorie del girone europeo, oppure affievolirsi, come accaduto da febbraio in poi. In 180 minuti sapremo quale sarà il futuro giallorosso: in ogni caso, difficile accoglierlo con un sorriso.