Il tifoso vuole sognare
Ufficialmente nessuno vuole pronunciare la parola scudetto. È un tabù, non si può, non sta bene ed è pure giusto così ma tanti tifosi stanno ricominciando ad assaporarla, a pregustarla, a entrare nell’ottica di poter lottare per la prima posizione. Garcia direbbe che bisogna attendere almeno 10 partite, ed è vero, ma il tifoso è un instancabile sognatore. Hanno provato, provano e proveranno a togliergli pian piano tutti i sogni, cercando di soffocarli tra scommesse, soldi e tessere varie ma il tifoso rimane sempre lì, pronto a fantasticare prima sul calciomercato e poi sulla prossima partita della sua squadra. Quest’anno la Roma ha l’obiettivo di tornare in Europa, possibilmente per la porta principale. Nel frattempo, ha inanellato 7 vittorie nelle prime 7 gare, subendo un gol e facendone 20. Vincendo il derby e travolgendo l’Inter a Milano. È solo l’inizio, arriveranno tempi magri, sicuramente, ma questa è una squadra che diverte, che si diverte e che vince. È un rullo compressore e, al momento, supera gli avversari con un’apparente facilità, una facilità disarmante. I numeri sono schiaccianti ma la gente tenta di rimanere con i piedi per terra. Mica facile, a Roma poi. Garcia si è stupito prima per l’ambiente negativo che ha trovato quando è arrivato a Roma, con tanto di insulti sparsi a giocatori e dirigenza, poi per l’euforia di questi giorni. Non ha ancora visto il meglio: intanto il tifoso sognatore si gode una difesa rocciosa, con un Benatia che non fa passare niente e nessuno, e un centrocampo completo e ben formato, con un De Rossi in grande spolvero e Strootman come un guardiano silenzioso.
Non è appariscente, non fa la giocata strappa applausi, ma non molla una zolla di terreno, azzanna le caviglie avversarie, difende il pallone come se fosse l’ultimo al mondo e, in più, si propone in avanti ed è stato lui a portare avanti il contropiede del 3-0, servendo l’assist a Florenzi. Ecco, Florenzi è un altro giocatore che difficilmente ruba le prime pagine del giornale, eppure è l’ultimo a mollare. Lui c’è sempre, è una garanzia, c’è in zona gol, c’è nella propria metà campo a difendere, c’è su una fascia e, un secondo dopo, è sulla fascia opposta. Corre però meno di Gervinho e questa è già una notizia. L’ex Arsenal sembra un incrocio tra Ronaldo e Messi e forse è un po’ eccessivo ma, al momento, è imprendibile. Corre, dribbla e segna. Oggi non ha fatto gol ma è solo un caso. Poi c’è Totti, che non solo segna ma difende e recupera palla anche al limite della propria area di rigore. Sembra un ragazzino e lo dimostra in campo. Semplicemente, è un campione.