Con Rocchi e Fabbri, una nuova Roma è possibile

08.12.2018 14:10 di Gabriele Chiocchio Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Con Rocchi e Fabbri, una nuova Roma è possibile

Se una nuova Roma è possibile, potrebbe essere merito di Gianluca Rocchi e Michael Fabbri. Certo, è difficile parlare di meriti dopo quanto accaduto domenica scorsa, ma in un momento così negativo per la Roma (oggi, teoricamente, fuori dall’Europa e che non vince in campionato da quasi un mese) è necessario trovare qualche appiglio di positività e, paradossalmente, lo si può fare negli errori di arbitro e VAR del match contro l’Inter. Che, per la prima volta in stagione, hanno generato una reazione immediata, veemente e proficua, che ha permesso agli uomini di Di Francesco di salvare due volte il punto e, soprattutto, di far emergere un lato caratteriale che sembrava nascosto chissà dove, in qualche angolo che sembrava non esplorabile. Uno step mentale compiuto, probabilmente, nelle migliori condizioni possibili e senza alternative, visto che non dare segni di vita di fronte a provocazioni (non deliberate, a scanso di equivoci) così evidenti sarebbe equivalso a decretare la fine di ogni possibile ambizione.

Il successivo sarà, quando se ne presenterà il bisogno, tirare nuovamente fuori quella rabbia e quella voglia di ribaltare la situazione anche da dentro, senza bisogno di un focolaio così esplosivo da rendere più semplice lo sviluppo di una reazione. Non ci saranno sempre - o almeno, si spera - dei Rocchi e dei Fabbri pronti a punzecchiare una lupa spesso dormiente, ma ora oggettivamente e inequivocabilmente in grado di far fronte dalle avversità. Anche senza alcuni dei suoi leader (Džeko, De Rossi), anche con un’età media bassissima nel reparto offensivo, quello che deve convertire in gol (e quindi punti) quanto seminato, anche con gente come Zaniolo che sembrava l’ultimissima ruota e che invece si sta dimostrando un pezzo ben più importante di un carro ancora sgangherato, ma che deve arrivare almeno quarto al traguardo. E se non lo farà principalmente grazie alla propria identità, almeno ha scoperto di poterlo - e di doverlo - fare di forza, come se avesse sempre davanti Rocchi e Fabbri.