Vucinic è sfortunato, Menez oltre un palo niente

dall'inviato allo Stadio Olimpico Gianluca Ricci
23.04.2011 14:30 di Gianluca Ricci   vedi letture
Vucinic è sfortunato, Menez oltre un palo niente
Vocegiallorossa.it
© foto di Federico Gaetano

Non c’è niente da fare. Più gli si dà un’occasione per provare a riscattarsi, più Vucinic e soprattutto Menez non fanno nulla per provare a sfruttarla. Anche oggi, contro l’ordinato ma modesto Chievo di Pioli, la prestazione del montenegrino del francese ha fatto registrare il segno meno. Schierati l’uno alla sinistra e l’altro alla destra di Perrotta in un 4-2-3-1, hanno combinato proprio poco. Occasioni sbagliate in quantità industriale. A differenza del 24enne di Longjumeau, almeno Mirko ci ha provato e almeno un paio di volte ha impegnato a fondo Sorrentino. Senza comunque riuscire a sbloccarsi.

Jeremy invece niente, encefalogramma piatto, fatta eccezione per il palo colpito al 12'st: a parte quell'isolato episodio, c’è ma non si vede. Sempre più distratto, abulico e assente, continua a dare l’impressione di chi sta facendo il conto alla rovescia con la fine del campionato, più che mai desideroso di cambiare aria. D’accordo, non è piacere subire agguati con sassate sull’auto annessi come nel dopo Roma-Inter, ma un minimo d’impegno sarebbe doveroso nei confronti non solo della tifoseria, ma anche verso i compagni di squadra, in particolare verso un mister Montella che sta continuando a dargli fiducia a dispetto di un rendimento che definire deficitario è poco. Sin dal suo primo giorno romanista, Menez ha sempre avuto un rapporto difficile – per certi versi addirittura conflittuale – con i suoi tecnici: Spalletti prima, Ranieri e Montella poi. Tutti e tre hanno avuto però la pazienza di aspettarlo quando è stato in difficoltà, sempre pronti a concedergli una seconda chance. Ma con la disponibilità di un allenatore non si può giocare, ora è arrivato il momento che Jeremy Menez si tiri fuori da solo dalle sabbie mobili della crisi. In caso contrario sarebbe giusto che Montella facesse le proprie valutazioni, affidandosi a gente con meno talento ma un bel po’ di voglia in più.