Il pagellone di fine anno

16.05.2016 22:30 di  Alessandro Carducci  Twitter:    vedi letture
Il pagellone di fine anno
Vocegiallorossa.it
© foto di Federico Gaetano

Szczesny 7: arriva a Roma tra lo scetticismo generale. Inizialmente, alterna ottime parate a qualche dormita di troppo. Cresce alla distanza e convince tutti a suon di parate. Spesso tra i migliori in campo, spicca per agilità. Gatto (non maculato).

De Sanctis 6: gioca 4 gare in campionato, parte della sfida Champions con il Barcellona e la drammatica gara di Coppa Italia contro lo Spezia. Si fa trovare pronto ad eccezione del gol di Eder a Genova. Presente.

Lobont sv: non gioca nemmeno un minuto ma, zitto zitto, arriva alla fine della settima stagione in giallorosso. Storico.

Maicon 6.5: quando sta bene è ancora inarrestabile sulla fascia. Gioca poco, un po' per problemi fisici e un po' per scelta tecnica ma non sbaglia quasi mai. Cavallo pazzo.

Florenzi 7: esterno alto o esterno basso? La questione non è chiusa e farà discutere ancora nei prossimi mesi. Quando può avanzare riesce a sprigionare tutta la sua energia e tutta la sua forza offensiva. In difesa è migliorato ma talvolta Spalletti è stato costretto a spostare Rüdiger sulla fascia destra, avanzando proprio Florenzi. Chiude a quota 7 gol, insieme a personaggi del calibro di Morata, Felipe Anderson, Klose, Berardi e Callejon. Maturato.

Torosidis 5: trova pochissimo spazio e quando gioca combina qualche guaio. Probabile che lasci la Capitale. In bocca al lupo.

Manolas 7.5: il Ministro della difesa gioca una stagione straordinaria. Si rilassa solo in un paio di partite, nel finale, tenendo una costanza di rendimento elevata per tutta la stagione. Straripante.

Rüdiger 6: si presenta a Roma con una serie di errori che fanno rabbrividire tutti. Il tedesco non sembra scomporsi e continua a lavorare per ambientarsi il prima possibile nella Serie A. Con l'arrivo di Spalletti la Roma gioca un pochino più organizzata e anche l'ex Stoccarda ne beneficia. Ogni tanto ha ancora qualche passaggio a vuoto ma il finale di stagione è da 7 pieno. Roccioso.

Castan sv: non si capisce cosa gli stia succedendo. Appena arrivato, Spalletti prova a ributtarlo nella mischia ma l'esperimento naufraga. Mistero.

Gyomber sv: c'è ma non si vede. Da rispedire al mittente.

Zukanovic 5.5: appena sbarcato a Roma mostra subito il suo lato migliore. Qualche errore distribuito soprattutto nel finale di stagione lascia perplessi i tifosi. Da rivedere.

Digne 6.5: preciso, ordinato e pettinato, garantisce un rendimento costante. Pericoloso quando spinge, discretamente attento in fase difensiva. Da tenere, PSG permettendo.

Palmieri 6: il Carneade dello scorso calciomercato arriva tra l'indifferenza generale. Nei pochi minuti che gli vengono concessi non ruba l'occhio ma non commette nemmeno errori madornali. Contro il Milan si toglie addirittura lo sfizio di segnare il primo gol in Serie A, a San Siro. Godurioso.

Cole sv: a Roma si trova bene, la città è abbastanza ospitale e l'inglese trascorre qualche mese di relax prima di andare negli Stati Uniti. Scroccone.

Pjanic 7: secondo cannoniere della Roma, superato solo da Salah. Segna e fa segnare grazie a una classe pura e cristallina. Dipinge traiettorie meravigliose ed è più costante rispetto agli scorsi anni. L'unico difetto è il non riuscire a incidere quando la Roma va in difficoltà. Superasse anche questo ostacolo, sarebbe inarrestabile. Artista.

Ucan sv: tra campionato e coppe gioca appena 180 minuti. Oggetto misterioso.

De Rossi 6: non benissimo nella prima metà del campionato, si riscatta nel finale con alcune ottime prestazioni. Dopo l'infortunio di metà anno, fatica a ritrovare il posto da titolare anche grazie a un Keita scatenato ma poi termina bene con un augurio per tutti i tifosi: “Non cedere nessuno sarebbe già un gran mercato”. Determinato.

Vainqueur 5.5: viene progressivamente inghiottito dalle sabbie mobili, sparendo giorno dopo giorno. Adieu

Keita 6.5: inizio diesel, sembra quasi un corpo estraneo. Nella seconda parte di stagione, anche complice l'infortunio di De Rossi, sale in cattedra nuovamente e il professore governa il fulcro della manovra giallorossa con sapienza e maestria. Rettore.

Nainggolan 7: non inizia bene, impiega qualche settimana a carburare. Sembra deprimersi quando Garcia lo schiera come vertice basso mentre Spalletti lo sposta qualche metro più avanti dove, oltre a esibirsi nell'arte del randello, può andare a curiosare dietro le linee avversarie. Risultato: zero gol segnati fino a gennaio, sei reti messe a segno negli ultimi 4 mesi. Bomber.

Strootman sv: si fa vedere solo nel finale. Quel poco che basta per far ben sperare per il prossimo anno. Incoraggiante.

Iago Falque 5: parte da esterno e non si comporta per niente male. Con Digne trova un'ottima intesa ma poi, complice qualche problema fisico, finisce progressivamente nel dimenticatoio. È tra i pochi a non beneficiare dell'arrivo di Spalletti che, anzi, gli dà ancora meno spazio e lo relega nella posizione di mezzala nella quale l'ex Genoa sembra trovarsi a disagio. Desaparecido.

Salah 7: capocannoniere della Roma con 14 gol, l'egiziano è sicuramente tra i migliori della stagione giallorossa. Vince il ballottaggio con Gervinho e viene temporaneamente fermato solo dall'infortunio patito nel derby. Con Spalletti cresce di rendimento, mostrando, come già aveva fatto con Rudi Garcia, anche l'attitudine ad aiutare la squadra in fase difensiva. Prezioso.

Perotti 6.5: sbarca a Roma e inizia a correre. Quando gioca è sempre il giocatore a percorrere più chilometri in campo e questo lo porta, a volte, a essere meno lucido in avanti. D'altronde ricopre 4 ruoli: il trequartista, il regista basso, l'esterno destro e l'esterno sinistro. Instancabile.

El Shaarawy 7: arriva nella Capitale senza troppe aspettative e in quattro mesi segna otto gol. Easy.

Dzeko 4.5: il flop della stagione. Si ferma a 8 reti in campionato ma è l'atteggiamento il vero problema. A volte dà l'impressione di essere troppo negativo e rinunciatario. Bocciato.

Sadiq 6: gioca 188 minuti segnando 2 gol. Cecchino.

Totti 7: quest'anno ce la mette tutta per far andare avanti gli altri. Largo ai giovani, no? Quando vede che però la situazione sta precipitando entra in campo e risolve tutto come al suo solito. Alle critiche risponde sul campo, come al suo solito (anche al Tg1 ma questa è un'altra storia). È come il Vip che si presenta alle feste in ritardo. Dopo aver fatto scaldare l'ambiente agli altri, arriva lui e infiamma subito la serata. Eterno.

Gervinho 6.5: finché rimane è tra i più tonici e reattivi. Fa di tutto per la causa e per salvare Garcia dalla scure della società. Una volta decapitato il suo comandante, trova rifugio tra gli alleati cinesi.

Iturbe 4: la Roma prova in tutti i modi a rivitalizzarlo ma l'operazione fallisce miseramente. Mandato a fare il college in Inghilterra, i suoi voti non migliorano e ora tornerà a Roma. Avvilito.

Garcia 5: ce la mette tutta ma fa l'errore di non capire che ormai ha perso la squadra. Viene depotenziato dalla società ma rimane comunque al suo posto. La situazione precipita ma rimane immobile al timone rischiando di far affondare la nave anche perché chi dovrebbe mandarlo via rimane ancora più immobile. Stantìo.

Spalletti 7.5: arriva a Roma nel caos post Garcia. Si carica tutto sulle spalle, dalla comunicazione alla situazione Totti, dalla fuga di notizie (i topini) fino allo stile Roma che vuole imporre (The Roma Way). Spalle grosse, fisico imponente e battuta sempre pronta, risponde a tutto e a tutti. Entra a Trigoria con la delicatezza di un tifone e porta la nave in porto. Quando fa la formazione è senza cuore, senza parenti e senza amici. Iron Man.