Doni: una carriera oltre le critiche e le avversità

20.12.2010 19:00 di  Francesco Gorzio   vedi letture
Doni: una carriera oltre le critiche e le avversità
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

La vittoriosa trasferta di Milano ha rivisto titolare dopo tantissimo tempo Alexander Doni, un giocatore che da numerosi anni aveva legato in modo indelebile il suo nome alle recenti affermazioni della Roma. Il brasiliano, titolare della porta giallorossa in ben quattro delle ultime cinque stagioni e mezzo, sembrava aver perso lo smalto e la grinta che lo avevano contraddistinto. A Trigoria sul suo futuro si erano annidate ormai più ombre che luci. Per Doni non è certo una novità, nella sua carriera è sempre stato messo in discussione fin dal suo esordio con il Botafogo, passando per le ottime stagioni con il Corinthias, le sofferte panchine con il Santos e la rinascita con la Juventude. Fu proprio in quest’ultimo club che fu notato e portato in Italia, a Roma, da Pradè nel 2005.

La storia del suo arrivo in Italia è strana e curiosa: l'attuale numero 32 giallorosso, pur di venire alla Roma, paga di tasca propria la clausola rescissoria di 18.000 euro con la propria squadra. Durante la stagione 2005-06 il brasiliano si allena con la squadra ma nei primi mesi recita solamente la parte del terzo portiere venendo chiuso da Curci e persino dal greco Eleftheropuolos, che a Roma non lascerà traccia. Esordisce a sorpresa in serie A nella partita più difficile e più sentita dell’anno: il derby di Roma. Spalletti si fida dell'estremo difensore brasiliano e lo getta nella mischia al posto del giovane Curci, ancora troppo inesperto per difendere la porta di una squadra così importante.

Il brasiliano, tra lo scetticismo generale, sfodera una buona prestazione dimostrando di avere qualità e molto sangue freddo. Il derby si chiude in pareggio (1-1) ma Doni, da lì in poi, non perderà più il posto da titolare risultando uno dei grandi protagonisti delle famose 11 vittorie consecutive.

Nelle stagioni successive è un crescendo: il giocatore prende sicurezza e fiducia nei suoi mezzi e si dimostra uno dei portieri più affidabili del campionato italiano. Grazie a grandissime partite con la Roma, di cui si ricorda in particolare quella in Champions League agli ottavi contro il Lione, conquista anche il cuore dei tifosi. Proprio nel 2007, a giugno, arriva la grande consacrazione: il brasiliano viene convocato in nazionale. Nella stessa estate partecipa e vince la Coppa America da titolare: risulta decisivo durante i calci rigore nella semifinale tra Brasile ed Uruguay, parandone due ai giocatori della Celeste, nonostante non sia uno specialista.

E’ all’apice della sua carriera e la stagione 2007-08 lo vede ancora una volta come grande protagonista. La Roma arriverà a sfiorare lo scudetto lottando fino all’ultima giornata nella ormai famosa doppia sfida Catania-Roma e Parma-Inter, anche grazie alle decisive parate di Doni. Proprio grazie a queste ulteriori conferme la Roma rinnova il contratto fino al 2012, diventando uno dei giocatori più importanti della squadra.

Quella del 2008-09 sembra la stagione giusta per raccogliere i giusti meriti conquistati fino a quel momento, ma il brasiliano si fa male e la Roma esce fin dalle prime giornate dalla lotta scudetto. Fin dai primi mesi insorgono alcune polemiche nei confronti della società, del mister Spalletti e del suo staff colpevoli di far giocare a tutti i costi Doni nonostante un infortunio alla cartilagine del ginocchio. Il brasiliano scende in campo praticamente tutta la stagione nonostante il problema non venga mai curato né minimamente preso in considerazione.

La Roma si dimostra impreparata. Doni è spesso costretto a stringere i denti per difendere i pali dei giallorossi a causa della poca fiducia del mister sul secondo portiere (Artur) e terzo (Julio Sergio) della squadra. Gioca 29 partite su 38 in campionato e scende in campo da titolare in tutte le apparizioni di Champions League, incluso il ritorno degli ottavi contro l’Arsenal a Roma dove, durante i rigori, si dimostra poco reattivo non parando alcune realizzazioni degli inglesi tutt’altro che irresistibili.La situazione però degenera completamente al derby di ritorno l’11 Aprile 2009: la Roma perde 4 a 2 e Doni recita un ruolo da protagonista, in negativo, nella sconfitta. Ben 2 (se non 3) dei 4 gol della Lazio pesano sulla sua prestazione. Ironia della sorte: quattro anni prima il suo esordio trionfale al derby, quattro anni dopo la bocciatura (forse) definitiva proprio nella stracittadina.Quando viene sostituito dal secondo, Artur, ormai la situazione è già compromessa: i tifosi sono sfiduciati ed il giocatore ormai è spremuto. Si opera tardivamente al ginocchio alla fine del campionato.

Nella stagione successiva il terremoto che vede coinvolti Spalletti e la Roma travolge anche lui: il mister si dimette. Al suo posto subentra Ranieri che promuove titolare Julio Sergio che da lì in poi non fallirà nessun colpo. Così Doni nel 2009/2010 riappare nella sfortunata trasferta di Milano proprio contro i rossoneri (2-1) e viene confermato titolare contro il Livorno in casa (sconfitta per 0-1) e a Udine in trasferta (sconfitta sempre per 2-1). La Roma raccoglie 0 punti nelle tre partite giocate dal brasiliano in porta e Doni torna in panchina.Difende nuovamente la porta della Roma in Europa League, nella disastrosa trasferta in Grecia contro il Panathinaikos dove i giallorossi vengono sconfitti per 3 a 2: il portiere subisce nuovamente numerose critiche per la brutta prestazione. La Roma chiuderà alla grande la stagione senza di lui. L’unica via di uscita che si profilia, sembra un trasferimento all’estero che non si realizzerà.

Così si arriva ai giorni nostri, dove il brasiliano nelle gerarchie di squadra recita persino la parte del terzo portiere dietro a Julio Sergio e a Lobont. A detta di molti è un’esagerazione, dato il grande apporto che aveva dato il giocatore alla causa della Roma nelle stagioni precedenti. Con tifosi e società la rottura sembra insanabile, ma una situazione inaspettata cambia un destino che sembrava già scritto: l'ex portiere della Juventude, complice il doppio infortunio di Julio Sergio e di Lobont, torna in porta nella partita contro il Bari all’Olimpico, subentrando a gara in corso all'estremo difensore rumeno. I tifosi, ingiustamente, lo fischiano al suo ingresso. Il brasiliano fa spallucce e si mette nuovamente in mostra come non accadeva da anni.

A Milano la conferma da titolare: poche ma decisive parate per la vittoria giallorossa. Per recuperare il feeling con i tifosi la strada è lunga e tortuosa. Forse, al ritorno dalle vacanze natalizie, il titolare tornerà Julio Sergio, ma una cosa è certa: tutti i tifosi e gli addetti ai lavori che additavano Doni come un portiere finito si sbagliavano di grosso. E chissà, forse potrebbe diventare proprio lui il regalo di Natale che serve alla Roma in questo 2011.