Superchi: "I portieri della Roma? Tutti stranieri, eppure ci sono tanti bravi italiani"

05.12.2012 21:42 di Redazione Vocegiallorossa   vedi letture
Fonte: Centro Suono Sport
Superchi: "I portieri della Roma? Tutti stranieri, eppure ci sono tanti bravi italiani"
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© foto di Andrea Staccioli Insidefoto/Image Sport

Franco Superchi, ex portiere della Fiorentina scudettata degli anni '70, e secondo di Tancredi nella Roma di Liedholm, è intervenuto su Centro Suono Sport nella trasmissione di Alberto Mandolesi, Massimo D'Adamo e Cindy Simonacci .


Hai militato sia nella Fiorentina  che nella Roma, come è cambiato il calcio in questi trenta anni?
"Prima era diverso, non so spiegare, il calcio veniva vissuto con più passione".


Tu sei nato a Roma, dopo il debutto al Bettini Quadraro, diventi protagonista con la Fiorentina con cui vinci uno scudetto.
"Il caso ha voluto che la prima partita del campionato fosse proprio contro la Roma e mi fecero subito gol, vinse la Fiorentina però 2 a 1. La viola era una grande squadra: ricordo De Sisti, Merlo, Maraschi, Amarildo, che era fortissimo sulle punizioni".

A Roma, però, sei arrivato a fine carriera.
"Arrivai alla Roma  a 36 anni, ero il secondo di Tancredi. Rimasi tre anni, il quarto anno facevo quasi l'allenatore. Era una grande squadra".

Dopo Tancredi quali grandi portieri ricordi?
"Cervone era un ottimo portiere, anche Konsel".


Negli anni precedenti a Tancredi c'erano Ginulfi, Masetti, Moro: una grande tradizione quindi. Adesso che ne pensi degli attuali portieri della Roma?
"Sono tutti stranieri: mi sembra una cosa strana che non capisco, ci sono tanti bravi portieri in Italia ma non li vediamo, probabilmente perché costano di più. Il portiere del Sassuolo ad esempio sta facendo bene, bisognerebbe seguirli sempre per giudicarli.
Nella Roma ci dovrebbe essere un portiere brasiliano per intendersi meglio con la difesa. Con un portiere diverso da Goicoechea il derby sarebbe finito in un altro modo".

Un'ultima curiosità: perché ti chiamavano Ciocio?
"Era un nomignolo fiorentino, mi prendevano in giro dicendomi che ero ciociaro anche se non era vero".