"Non puoi fermare il vento, solo fargli perder tempo"

16.01.2020 13:00 di  Giovanni Parisi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione VoceGialloRossa - Giovanni Parisi
"Non puoi fermare il vento, solo fargli perder tempo"
Vocegiallorossa.it
© foto di Insidefoto/Image Sport

Danno e beffa. La (cattiva) notizia di domenica sera non è stata tanto la sconfitta con la Juventus, comunque negativa in chiave classifica, quanto l'infortunio di Nicolò Zaniolo. I circa 60 metri di tracotante slalom si sono interrotti fra de Ligt e Rabiot, squarciati da un urlo belluino che fin da subito ha fatto presagire nulla di buono. Anzi, la notizia è stata ferale per i tifosi della Roma ma soprattutto per Zaniolo: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro con associata lesione meniscale. Le mani del professor Pier Paolo Mariani sono intervenute sul ginglimo angolare del talento giallorosso nella giornata di lunedì, dando così inizio ai lunghi e plumbei mesi di riabilitazione.

L'importanza di Nicolò Zaniolo nella Roma ha sin da subito fatto scattare il tran tran mediatico fra radio e social, andando a sminuire giustamente la sconfitta con la capolista, relegandola in secondo piano e la prossimità di Euro 2020 ha fatto subito pensare al paragone con Totti il quale, dopo l'entrata poco educata (litote) di Vanigli il 19 febbraio 2006, rischiò di vedere sfumata l'ultima opportunità Mondiale. Infortunio diverso (frattura al livello del terzo medio del perone sinistro con associata lesione capsulo-legamentosa complessa del collo del piede sinistro ) ma comunque grave e trascorsero 113 giorni fra quel 19 febbraio e il 12 giugno 2006, giorno dell'esordio della (fu poi Campione del Mondo) Italia di Lippi e il Ghana alla HDI-Arena di Hannover, dove Totti fu schierato dal primo minuto (con in mezzo una partita con la Lodigiani il 27 aprile 2006, il ritorno della finale di Coppa Italia con l'Inter l'11 maggio, un mese prima l'inizio del Mondiale, e uno spezzone col Milan nell'ultima giornata di campionato).

Zaniolo può sperare? Mancano 149 giorni (da oggi, 15 gennaio) all'esordio europeo dell'Italia di Mancini contro la Turchia, in programma il 12 giugno (che coincidenza...). Cinque mesi. Basteranno al talento di Massa? Nei sei anni conditi con 19 crociati giallorossi l'impresa è riuscita a Rüdiger, sceso in campo con la Prima Squadra dopo 136 giorni (operazione il 12 giugno 2016 e in campo il 26 ottobre 2016 con il Sassuolo), a Mario Rui, tornato a disposizione dopo 121 giorni (operazione il 5 agosto 2016, convocazione per il derby del 4 dicembre 2016) e a Luca Pellegrini, in campo con la Primavera dopo 140 giorni (operazione il 15 luglio 2017, sul terreno di gioco il 2 dicembre 2017, giorno in cui però gli è occorsa una frattura della rotula durante Roma-Milan e che lo ha costretto a un altro lungo stop). Più lunghi i tempi di Emerson Palmieri (157 giorni) e Karsdorp (202 giorni), senza andare a contare Strootman e Florenzi, recidivi.

I tempi volendo ci sono, stringati, ma ci sono. Ha senso forzare? Sì e no. Il richiamo dell'europeo “casalingo” (ricordiamo essere per questa edizione itinerante) può giocare un ruolo primario, ma l'altra faccia della medaglia è: Nicolò Zaniolo, 20 anni, avrà occasione di giocare altri europei e mondiali? La risposta è senz'altro sì. La speranza è che Zaniolo si concentri a pieno nel recupero, fatto bene e con solerzia, e che possa tornare sì in campo più forte di prima, ma con recovery parsimonioso e assennato. Qualcuno cantava “non puoi fermare il vento, solo fargli perder tempo”, ed è quello che Nicolò rappresenta: un vento impetuoso, dai nodi alti, che nello stretto giro di posta riprenderà a sorprendere Roma, Italia, Europa e mondo.