Galigani: "Lotito ha meriti manageriali, ma tutti fanno quello che dice lui"

19.05.2015 23:05 di  Marco Rossi Mercanti  Twitter:    vedi letture
Fonte: retesport.it
Galigani: "Lotito ha meriti manageriali, ma tutti fanno quello che dice lui"
Vocegiallorossa.it
© foto di DarioFico/Tuttosalernitana.com

L'ex direttore sportivo Vittorio Galigani ha parlato dell'intercettazione con il ds dell'Aquila, cioè Ercole Di Nicola, finita negli atti dell'inchiesta di Catanzaro sul calcioscommesse in Lega Pro. Inoltre, in questa intercettazione, è stato chiamato in causa anche Claudio Lotito. Ecco le sue parole riportate da retesport.it:

Abbiamo letto le intercettazioni ed emerge un’immagine della gestione della Federcalcio non proprio edificante…
“Faccio calcio da 35 anni, ho avuto la fortuna di vincere 7-8 campionati in giro per l’Italia. Nella telefonata di Ercole Di Nicola, che è un mio amico, lui mi ha fatto i complimenti per l’editoriale che ho scritto su TuttoLegaPro, che esce ogni giovedì. Sappiamo come Tavecchio sia arrivato a fare il presidente federale e di come Macalli sia diventato vicepresidente, carica che per regolamento sarebbe toccata a Lotito. Questa alleanza fra Lotito, Macalli e Tavecchio, porta ad un gruppo che sta dividendo la Federcalcio, un 17% che riesce a gestire il mondo del pallone. Su 60 società, 29 hanno votato a favore di questa governance e 29 contro, due si sono astenute. Non mi sembra che sia un modo coerente di gestire le cose. Per non parlare di tutte le polemiche uscite da gennaio in poi: il presidente federale che parla delle banane, il presidente di Lega deferito e inibito per i fatti relativi al Pergocrema. Stimo Lotito come manager, ma la Federcalcio non deve essere gestita in questo modo. A Lotito bisogna riconoscere i meriti manageriali, sia a Roma che a Salerno. Lui è anche nelle quote societarie del Bari, ha un interesse particolare con Infront, oggi è anche scoppiata l’inchiesta sui diritti televisivi e c’è lo zampino di Infront. Da vecchio uomo di calcio e avendone viste tante, sarebbe il caso che si cambiasse il mondo di gestire il calcio, perché dalle banane di Tavecchio al presidente della LND che parla dei gusti particolari delle calciatrici.. Mi pare che non sia costruttivo, questo modo di condurre non è consono al calcio italiano”.

Come si spiega la rapida ascesa di Claudio Lotito nel calcio italiano?
“Per l’incapacità e il vuoto a livello dirigenziale. Lui è una persona scaltra e preparata, ha fiutato la situazione come un segugio e ne ha approfittato, si è infilato nel vuoto creatosi dopo la disfatta dell’Italia al Mondiale ed è stato capace di coagulare l’interesse della Lega Dilettanti, Lega Pro e Lega Serie A per sforare quel 51% che gli permette di vivere costantemente a via Allegri, dove ha una stanza, al fianco del presidente Tavecchio. Dalle intercettazioni uscite tra Pino Iodice e Lotito è emerso che tutti fanno quello che vuole lui. Nell’intercettazione ho soltanto detto questo. Ci sono poi i fatti del Carpi e del Frosinone e il giudizio poco simpatico verso Abodi, definito un cretino. Tutto questo, però, non fa disconoscere l’abilità di Lotito, basta vedere quello che è riuscito a fare con l’Erario per i debiti della Lazio, o come sta gestendo la Lazio. Il calcio però non è identificabile in Lotito e nella Infront, in questo momento dovrebbe intervenire il Coni per rimettere insieme i cocci del mondo del calcio".

Quando Lotito viene intercettato da Iodice, tutto il mondo del calcio dice che è stato sbagliato intercettare la chiamata…
“Porto l’esempio di Belloli, in un altro mondo Belloli avrebbe già rassegnato le dimissioni e non l’ha fatto. Domani c’è un Consiglio della Lega Dilettanti e i presidenti regionali hanno una mozione per fargli rassegnare le dimissioni. Mi stupisce il fatto che per raggiungere certi ruoli ci vuole anche una certa preparazione, umana e professionale. Che si scivoli sulla banana o su queste cose, mi sembra un’utopia, non è concepibile. Queste persone per fare questa carriera, come sono riuscite a farla? C’è professionalità, meritocrazia o raccomandazione?”.

Perché non viene fatta una mozione per sfiduciare Lotito?
“L’abbiamo detto prima, se Lotito è stato capace di convogliare i voti della Serie A alla sua causa…Certo che la Juventus è contraria, ma le società che l’hanno seguita non raggiungeva il quorum per governare la Serie A”.

Perché Galliani è dalla parte di Lotito?
“Infront tratta in Lega a Milano portata da Tonino Matarrese, e che dietro a Infront ci sono degli interessi. Penso che sia dovuto a voi giornalisti sapere chi c’è dietro Infront e quali sono gli interessi. Nel nostro ambiente si dice che dietro l’operazione Brescia ci siano Infront e di conseguenza Galliani e Lotito. Non sta a me mettere il dito nella piaga, mi piace mettere in evidenza certe situazione per vivere un calcio diverso. Se fossi nel Coni o nello Stato, per esempio, vieterei le scommesse dei minorenni, quelle da 1 euro o 2 euro, e quelle tra primo e secondo tempo. Il calcioscommesse c’è sempre stato, ai tempi di Paolo Rossi, Giordano e Manfredonia, però combinare un 13 o un 14 al Totocalcio è diverso da mettere a posto una partita al primo tempo e al secondo tempo. Si deve trovare una soluzione diversa a queste piccole scommesse; è inutile vietare ai tesserati di scommettere e poi si scopre che c’è un giro macroscopico in Oriente o degli stranieri che gestiscono gli incontri ai caselli autostradali o negli alberghi delle squadre. Direi che bisognerebbe prendere in pugno la situazione per sconfiggere questo movimento, sennò non c’è più credibilità”.

Se fosse un dirigente di Carpi e Frosinone, come reagirebbe alle esternazioni di Lotito?
“L’Italia è un paese che vive di campanilismi, e non si può togliere agli italiani il piacere di vivere le gare di campanile. I campionati sono strutturati in maniera tale che, se un dirigente riesce a portare una piccola squadra in Serie A, come hanno fatto Stirpe a Frosinone o Squinzi a Sassuolo, vuol dire che è un grande merito sportivo. Se arriva in Serie A una squadra di una piccola città, ovviamente a livello economico cambia molto, perché c’è una caduta di interesse delle televisioni, e su questo può aver avuto ragione Lotito, ma dal punto di vista sportivo assolutamente no, ha nettamente torto. Sapete tutti come vengono ripartiti i soldi dei diritti televisivi, per opportunità il presidente che arriva in Serie A preferisce non farsi nemici. Questa è una cosa inconcepibile, i regolamenti purtroppo non tutelano le società alla stessa maniera. Per cui se sono un piccolino preferisco stare buono e stare zitto. Se fossi un dirigente del Carpi, ad esempio, non avrei fatto così perché sennò ci mettiamo proni e supini di fronte a queste persone e non si cambia mai nulla”.