"Comunicato da vigliacchi", la dura presa di posizione di Luca Di Bartolomei
"Comunicato da vigliacchi". E' questa la dura presa di posizione di Luca Di Bartolomei, intervenuto oggi sulle frequenze di ReteSport insieme all'avvocato Lorenzo Contucci, per analizzare il relativo comunicato firmato da Gli Ultras della Roma e la sua conseguente diffusione.
Sulla firma del comunicato e su chi rappresenta.
Contucci: "Quando si riceve un comunicato di questo tipo si dà affidabilità alla fonte da cui viene trasmesso. Questi comunicati vengono fatti nell'ambito di incontri a cui partecipano le parti più attive dei gruppi. In questo caso, la firma è vaga perché c'è tanta frammentazione del tifo organizzato, non esistono più i gruppi vecchio stile con striscioni e sigle. Oggi non ci sono più punti di riferimento e per questo quello che conta è la fonte qualificata che lo ha trasmesso. Per esperienza, un comunicato di questo tipo rappresenta i gruppi che seguono la Roma ovunque. La forza di questi gruppi è quella di essere attivi in ogni luogo, sia all'Olimpico che in trasferta. Sfido comunque chiunque a dire che questo comunicato non sia di interesse giornalistico".
Di Bartolomei: "Sto provando a placare la mia arrabbiatura. I comunicati anonimi sono da vigliacchi, iniziamo a dire questo. Le cose anonime riportano a un pezzo della storia di questo paese non felice e molto violento.Gli striscioni criptici hanno al loro interno, nella storia delle curve, avvertimenti mafiosi o para mafiosi ma nelle curve la stragrande maggioranza di persone è per bene e onesta; che poi la curva, come un qualunque altro luogo, abbia un suo regolamento interno è anche normale però è diverso da quello che si vuole far passare. Ho sentito frasi come: "recepire da chi lo deve recepire" e "seguono la Roma in ogni dove". Questi due concetti non possono coesistere perché non accetto che chi segue la Roma in ogni dove possa avere una visione oltranzista.
La Roma viene seguita anche da persone che sono lontane da questa idea di tifo. O si mettono nomi e cognomi in un comunicato del genere oppure non si utilizza una generica definizione "Gli Ultras della Roma". Non mi sento rappresentato da questo comunicato ma mi sento comunque un ultras della Roma".
Sui commenti usciti in questi giorni.
Contucci: "Quando parliamo di gruppi che hanno una visione oltranzista delle dinamiche del tifo incontriamo un linguaggio che viene recepito non da tutti ma solo da chi lo deve recepire. Si rimprovera a questo comunicato di non aver condannato la persona che è accusata di aver sparato. A mio modo di vedere, credo che la dinamica del fatto sia qualcosa di avulso dagli stessi gruppi organizzati. E' un comunicato che prende una posizione partendo dall'idea di non abbandonare a sé stesso chi è venuto fuori dal grembo dei gruppi organizzati. I gruppi ultras hanno sempre risolto le questioni al loro interno".
Di Bartolomei: "Dobbiamo distinguere tra chi ha sempre pensato che il tifo fosse una cosa sana da preservare e da migliorare e tutti gli altri. Proprio perché viviamo nell'era della comunicazione, vogliamo riflettere sul contenuto esplosivo e offensivo del comunicato? Ricordo cos'era il calcio degli anni '80 ma mi chiedo il perché non abbiamo ancora capito che l'asticella del tifo debba essere alzata. E' utile diffondere un comunicato che ci fa parlare di sole quattro persone? Questo testo non avremmo dovuto neanche commentarlo perché questi pochi non parlano a nome di tante migliaia di tifosi".