Boren: "Stiamo lavorando per lo stadio della Roma. I proprietari vogliono un impianto top"
Qui di seguito un estratto dell'articolo di Joshua Boren, capo delle aree new business development, sales, e marketing opportunities per il settore Sport dello studio di architetti Woods Bagot, pubblicato su theshinguardian.com. Boren è coinvolto nel progetto del nuovo stadio della Roma:
Con l’apertura della finestra di mercato di gennaio, si riapre la discussione sui talenti americani oltre mare. Ma quando si parla delle tipiche transazioni di questo periodo è ancora raro vedere calciatori americani coinvolti in grosse operazioni di mercato. Non sarà sempre così, le cose continueranno a migliorare da questo punto di vista, ma al momento gli appassionati di calcio americani dovranno accontentarsi e sperare nei Clint Dempsey (Tottenham Hotspur) e Michael Bradley (AS Roma) per far crescere la causa. Una serie di nuovi proprietari americani e stranieri (speso una generazione più giovani dei predecessori) sta acquistando club calcistici a prezzi assai più alti che in passato, o caricandoli di una quantità di debiti inimmaginabile, e di conseguenza la necessità di aumentare il flusso delle entrate diventa un fattore sempre più critico per il successo di un club. Entrate generate da tre aree chiave: diritti radiotelevisivi, entrate commerciali e dal botteghino. Al di la quindi dei diritti televisivi, il potenziale di entrata maggiore per un club calcistico deriva dal proprio campo di casa, lo stadio. Sono poi cresciute le aspirazioni dei club. Al momento stiamo lavorando per l’AS Roma, per lo sviluppo del suo nuovo stadio, e ho potuto verificare di prima mano il desiderio dei proprietari di assicurarsi che il nuovo stadio sia non solo il top, ma anche il prossimo prototipo di stadio scelto da UEFA e FIFA per i tornei europei e mondiali. E mentre la quantità di sodi associate al calcio continua a crescere, cresce anche il trend dell’esportazione dei sistemi americani di commercializzazione degli stadi. Ed è solo questione di tempo perché noi si possa vedere una nuova generazione di calciatori americani giocare sui campi delle cattedrali sportive - influenzate da altri americani - di alcuni dei più importanti club e città del mondo.
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