Bonansea nella Hall of Fame: "Felice e orgogliosa"

08.03.2022 01:00 di  Marco Campanella  Twitter:    vedi letture
Fonte: ANSA
foto ANSA
foto ANSA
© foto di ANSA

(ANSA) - ROMA, 07 MAR - È stata da poco votata come miglior calciatrice dell'Algarve Cup, un riconoscimento che rappresenta un'ulteriore conferma dello splendido avvio di 2022 di Barbara Bonansea. A metà gennaio l'attaccante della Juventus e della Nazionale è stata inserita per la seconda volta consecutiva nella Women's World 11 stilata dalla Fifa e, un paio di settimane dopo, il suo nome spiccava nell'elenco di campioni che entreranno a far parte della Hall of Fame del calcio italiano. "Sono scioccata, felice e al tempo stesso orgogliosa - commenta la numero 11 azzurra - questo premio ha un significato enorme che va oltre il rettangolo di gioco: dimostra che insieme alle mie compagne qualcosa di bello nel mondo del calcio femminile lo sto facendo". A unire le varie tappe della sua brillante carriera, iniziata nei campetti di Bricherasio e proseguita a suon di trofei con le maglie di Torino, Brescia e Juventus, è stata la passione e la gioia con cui ha sempre inseguito i suoi sogni, compreso quello di diventare calciatrice, che le ha permesso di raccogliere l'eredità di Morace, Panico, Gabbiadini, Vignotto, Bertolini e Gama, entrate a far parte della Hall of Fame prima di lei. "Questi nomi hanno segnato le diverse epoche del nostro sport, quindi è veramente bello far parte di questo gruppetto - dice una divertita Bonansea -. Quando ero piccolina ignoravo il calcio femminile, non sapevo neanche di essere in compagnia con altre ragazze che amavano giocare a calcio. Quando ho iniziato a conoscerlo sono rimasta colpita da Melania Gabbiadini, con cui ho avuto la fortuna di giocare in Nazionale.

Per me è stata un'icona, era fortissima e al tempo stesso umile". Il legame indissolubile che unisce Bonansea con l'azzurro - impreziosito da 26 reti in 79 presenze - comincia nel 2006. "Il primo e più nitido ricordo dell'Italia risale al Mondiale tedesco. Avevo 15 anni - ricorda - e andavo a vedere tutte le partite all'oratorio del mio paese. Quei momenti di vicinanza con le altre persone, tutte lì per tifare la stessa squadra, mi hanno fatto comprendere l'importanza della Nazionale, che raggruppa, unisce e ci permette di condividere emozioni". (ANSA).