Associazione Italiana Osservatori Calcistici, Jacomuzzi: "È un mondo da scoprire. Bellissimo, ma poco regolamentato"
«È un mondo da scoprire. Bellissimo, ma poco regolamentato». Inizia così l'intervista di Carlo Jacomuzzi, presidente della neonata Associazione Italiana Osservatori Calcistici (AIOC), rilasciata a grandhotelcalciomercato.com: «Gli osservatori non hanno ancora un contratto come lavoratori calcistici. Di fatto, sono dei collaboratori a cui vengono rimborsate le spese anticipate o che lavorano con contratti Co.Co.Co. Pochi contributi pensionistici, molto lavoro portato avanti anche a proprie spese».
Il COVID-19 non sta certamente aiutando: «È difficile per noi riuscire a entrare nei campi, visti gli ingressi contingentati. Ma qualcosa può cambiare».
Il programma dell'AIOC è stato condiviso con la FIGC e il Settore Tecnico di Coverciano: «Da tanti anni si pensava a questa associazione, la pandemia è stata l'occasione. L'associazione è no profit e no business. Ci siamo presentati al presidente Gravina che si è detto disponibile, ha capito le nostre esigenze e le nostre richieste.
Come associazione verremo ascoltati. Il problema è questo: non c’è spazio per noi sugli spalti. I numeri di pubblico negli stadi sono molto stretti e a discrezione delle società: con l’istituzione dell’associazione, riusciremmo a stabilire un sistema diverso nella distribuzione degli accessi, perché sarà la Federazione a decidere quanti posti riservare anche a noi. Se abbiamo problemi con le società di Serie A, figuriamoci per le partite dei settori giovanili o dei campionati minori. È lì che il nostro cuore pulsa davvero ed è lì che lavorano persone disposte davvero a fare la gavetta. Mi ricordo Mourinho una volta al Chelsea. Venne nella nostra sala a sentire una nostra riunione. Disse solo una frase: "Voglio osservatori che abbiano le mani e i piedi gelati, non che guardino le partite in tv". È illuminante per capire quello che facciamo. La nostra Associazione si occuperà proprio di questo: assorbire chi otterrà il patentino a Coverciano e lavorare in forma collegiale per tutelare meglio questa categoria fondamentale per il calcio del futuro».