Almere City, Soleri: "Allenarsi con campioni come Gilardino e De Rossi è stato un privilegio. Dzeko è un esempio"
L'ex attaccante della Roma Edoardo Soleri, in prestito all'Almere City, ha parlato ai microfoni di gianlucadimarzio.com: “Certo, allenarsi tra Spezia e Roma con dei campioni del mondo come Gilardino e De Rossi è un privilegio. Ma la vera palestra è la partita: non c’è nient’altro che possa emozionare di più. All’Almere voglio giocarne il più possibile e fare più gol possibili“.
Dzeko?
"Uno dei numeri nove più forti che ci siano: facile dirti che per un attaccante come me è un esempio. Ma anche Nainggolan, Pjanic. Se mi scordo qualcuno è perché sono davvero in tanti ad avermi impressionato: uscire da un settore giovanile così importante è stata la mia fortuna. Ho sempre cercato di rubare qualcosa con gli occhi, di chiedere consigli".
Che squadra è l’Almere?
"Questo è un club recente, ma con tanta voglia di emergere. Il presidente è un personaggio entusiasta, senza paura di investire. I campi non mancano, le strutture sono nuove. Lo stadio è piccolo ma verrà ampliato: l’ambizione del club è quella di raggiungere l’Eredivisie, già quest’anno siamo nel gruppetto di testa e ci crediamo fino alla fine".
La vita in Olanda?
"Qui si cena alle sei e mezza! La cultura olandese è un po’ diversa dall’Italia, le persone sono più chiuse. Non è sempre semplice, ma ci si deve abituare. La cosa importante è il campo, la vita fuori non deve essere un problema".
Serie tv?
"Game of Thrones mi sta prendendo molto, la guardo sempre quando si va in trasferta".
Tu e Seck eravate già amici?
"Abbiamo condiviso un ritiro insieme con la Roma in prima squadra, ma ci conoscevamo da parecchio tempo per tutti i derby giocati quando Musta stava alla Lazio. Si sa com’è in questi casi: quando ci si ritrova sembra che sia stato ieri l’ultima volta".
Tu, al contrario di Seck, sei cresciuto nel settore giovanile della Roma…
"Per forza, in una casa in cui tutti tifano Roma. Totti è il mio idolo sin da quand’ero bambino, il giocatore italiano più forte di sempre".
Però sei cresciuto lontano da Roma…
"Sono nato in Italia, ma i miei primi dieci anni li ho vissuti in Brasile, a San Paolo. Se calcisticamente mi sento formato lì? No, ero ancora troppo piccolo. Però del Sud America mi ricordo la passione, sicuramente mi ha stimolato a seguire poi questa strada".