La Roma deve sorridere, l'Europa League può far perdere qualche colpo alla Juventus
Nonostante tutto la Roma deve sorridere. Se domenica sera la vittoria di Bologna poteva sembrare quasi inutile, con l'inarrestabile Juventus vincente nel derby e favorita da evidenti errori arbitrali, 24 ore dopo i preziosissimi tre punti colti al Dall'Ara dalla squadra di Rudi Garcia hanno assunto un sapore decisamente più dolce. I posticipi del lunedì infatti hanno regalato l'inaspettato pareggio casalingo del Napoli, ora distante sei punti (e una partita in più) e il faticoso 2-2 della Fiorentina a Parma.
Così, dopo l'incredibile palo interno dello sfortunato Destro, l'assist eccezionale di Pjanic e il preciso colpo al volo di Nainggolan (con il belga 15° marcatore, coppa Italia compresa, della fabbrica del gol romanista) hanno deciso la gara e consolidato la qualificazione in Champions League per la prossima stagione. I viola sono lontani addirittura 12 lunghezze ed è conreta la possibilità di rendere il vantaggio sempre più vistoso nel recupero d'inizio aprile con il Parma.
Per provare a rincorrere il primato della Juventus, questa Roma davvero non può fare di più, con la vittoria numero 17 in campionato su 24 gare giocate, ancora con la difesa imbattuta (17esima volta), nonostante le tante assenze sugli esterni. Tutti indisponibili: Maicon, Torosidis, Balzaretti e Dodo, con Garcia costretto ad adattare Taddei e il giovanissimo Romagnoli, per la prima volta titolare quest'anno.
In più va aggiunto il secondo forfait consecutivo di Totti e la prima panchina di Strootman, entrato solo nel finale. De Rossi e compagni non hanno espresso la miglior prestazione della stagione. I giallorossi hanno manifestato un po' di stanchezza e nella ripresa sofferto vistosamente la generosità del Bologna, non chiudendo la partita anche per colpa della scarsa concretezza offensiva dei vari Gervinho, Bastos e Ljajic, ma hanno raccolto un successo che porta il conto in classifica a quota 57 punti, tanto per capirci, un punto in più di quanto fece in assoluto la Roma di Luis Enrique due anni fa e 5 in meno di quella dello scorso anno della coppia Zeman-Andreazzoli, ma con ancora ben 14 gare da giocare e 42 punti in palio.
Gli ostacoli però non sono finiti, dentro e fuori dal campo, visto che sabato sera con l'Inter, oltre alle assenze praticamente confermate di Totti, Maicon e Florenzi, entrambe le curve e i distinti sud resteranno vuoti, dopo l'ennesimo ricorso respinto da parte dell'alta corte del Coni sulla paradossale faccenda della discriminazione territoriale.
Una mancanza non da poco per questa Roma che all'Olimpico, grazie alla spinta dei tifosi, ha costruito gran parte dei suoi numeri record. Ma tant'è. Contro i nerazzurri sarà l'ennesima prova da superare, prima di affrontare la settimana successiva ancora il Napoli, per vendicare l'eliminazione in coppa, ma soprattutto per respingere forse l'ultimo assalto al secondo posto. E chissà che anche la Juve, complice le fatiche di Europa League, non cominci a perdere finalmente qualche colpo.