Dzeko, Romagnoli e gli altri: meglio bene che presto
Presto e bene raro avviene, recita un più o meno noto proverbio, applicabile all’andamento del calciomercato giallorosso, che ancora stenta a decollare ma che nelle intenzioni vuole essere una campagna acquisti capace di avvicinarsi il più possibile a coprire ogni falla ancora presente nella rosa giallorossa: terzino sinistro (Baba, con Adriano e Filipe Luis in seconda fila), portiere (Romero, occhio però al Manchester United) e soprattutto il centravanti.
Il nome più caldo è ovviamente quello di Edin Dzeko e l’impazienza di poter andare ad acquistare la sua maglia con il numero 9 (o 11?) sta progressivamente montando in un ambiente che aspetta da tantissimo tempo un centravanti del suo calibro. E che, proprio per questo, forse non è abituato a vivere una trattativa di questo cabotaggio: spostare un giocatore di questa importanza e di questo costo da una società di questo livello non è una cosa che si può fare in pochi giorni, specie se si vuole (e si deve) stare attenti a non impegnare più risorse del necessario per portare a termine l’affare. Oltre a un bilancio ancora non ottimale c’è anche una sentenza UEFA da rispettare e questo porterà la Roma a muoversi a passi piccoli ma costanti, non più lunghi delle proprie gambe ma che portino alla linea del traguardo, che in ogni caso pare assolutamente raggiungibile.
Specie se nel frattempo si dovesse riuscire a completare qualche uscita: per Mattia Destro, dopo l’ormai sfumata possibilità monegasca, si muove la Fiorentina, che però deve cedere Mario Gomez e presentare un’offerta comunque soddisfacente (o favorire magari la trattativa col Chelsea per Mohamed Salah) alla Roma, che dal canto suo si sta giustamente cautelando trattando anche con il West Ham. Ma il discorso più importante riguarda senz’altro Alessio Romagnoli: rifiutare 25 milioni di euro significa dare al cartellino del classe ‘95 una stima superiore, e un difensore che vale più di 25 milioni di euro difficilmente potrebbe non essere considerato titolare in una squadra come la Roma. Le eventualità sono dunque due: o si è realmente convinti che l’ex doriano possa rappresentare una pedina più che importante, al di là delle inevitabili rotazioni dovute al triplo impegno e alle condizioni da verificare di Leandro Castan, al centro della difesa, o si attende un ulteriore rilancio per una valutazione che a quel punto raggiungerebbe in questo mercato quote che neanche i più ottimisti avrebbero ipotizzato tra qualche anno, rendendo davvero complicato dire ulteriormente no ai rossoneri.
Tra presto e bene la Roma sceglie dunque la seconda: se al termine del mercato tutto sarà al suo posto, l’aver atteso qualche giorno in più diventerà solamente un ricordo.