Un vuoto da riempire
Il fatto difficilmente confutabile che chiude questa quarta giornata di Serie A è che la sequenza degli ultimi tre risultati della Roma (Europa League compresa) recapita un messaggio diametralmente opposto ai punti allegati alla busta. Contro la Fiorentina i giallorossi hanno senz’altro dimostrato di aver accettato il duello con i propri difetti da limare e le proprie difficoltà da superare, la lotta non è ancora alla fine (e, probabilmente, non è neanche lontanissima dall’inizio) ma la voglia di vincerla c’è e si è vista sul campo del Franchi, dove la squadra di Spalletti ha messo ordine e concentrazione, compattezza e volontà in un momento in cui, se non lecito, era possibile aspettarsi tutt’altro. Anche dopo la rete - poi decisiva - di Badelj la Roma è rimasta dentro la partita e questo è un elemento che non va sottovalutato, parlando di una squadra pronta a sciogliersi alla prima difficoltà, i cui elementi hanno invece tutti messo il più di quello che avevano per provare a ottenere il risultato, anche chi è abituato a sentirsi chiamare al banco degli imputati pur non avendo a carico niente più che infrazioni di poco conto, spesso lasciate invece passare nella quotidianità del pallone.
Ciò che Spalletti ha comandato è stato bene o male eseguito e questo ha portato a una gara che la Roma ha avuto il solo demerito di non riempire abbastanza per portare a casa la posta, lasciando un vuoto in cui si trova la causa del mancato risultato anche uscendo dalla casistica degli episodi, determinanti - banalmente - in nessun altro sport più che in questo. Pensando al primo tempo di Roma-Sampdoria o alla prima mezz'ora di Plzen, il solo fatto di avere ritrovato un contenitore di calcio e il dover adesso trovare qualcosa da metterci dentro suonano più come un motivo sollievo che di rammarico. Ciò che ci si può chiedere è se questo sia l’inizio di una strada da percorrere o un bussolotto uscito dall’urna in attesa della prossima estrazione: l’attesa per la risposta sarà di meno di 72 ore.