Roma, vuoi inseguire la Juventus con la spina dorsale del Cagliari? Mercato più che dubbio. Solo tornare a vincere potrebbe cambiare le cose

Abita e lavora a Milano, presso “Sportitalia". Direttore di MondoPallone.it. Ha collaborato con “Il Tempo” e con diversi quotidiani e radio del Lazio, tra cui Raf 103.5
25.02.2015 00:01 di  Alessio Milone  Twitter:    vedi letture
Roma, vuoi inseguire la Juventus con la spina dorsale del Cagliari? Mercato più che dubbio. Solo tornare a vincere potrebbe cambiare le cose

Pareggi in campionato, pareggi in Europa, e ti trasformi, di fatto, in una sorta di Mister X senza neanche rendertene conto. Rudi Garcia non se la vive alla grande, la sua Roma ha bisogno di ritrovare quella condizione psicofisica che l’ha resa celebre in Italia e in Europa nella scorsa stagione, e che adesso - vuoi per scelte non azzeccatissime sul mercato, vuoi per le continue assenze, vuoi per degli errori commessi dallo stesso Garcia di volta in volta - manca e parecchio.

C’è bisogno di invertire la rotta, ben sapendo che non è assolutamente facile. In casa giallorossa regna confusione, la squadra è palesemente allo sbando, e Garcia sembra non riuscire più a tenere tra le mani il timone di una nave che quando scende in campo... a navigare naviga, ma senza una meta. Il risultato? Un limbo da cui uscire è difficile: la Roma non vince ma neanche perde, ecco: pareggia, il risultato più inutile, perché è quello che evidenzia come meglio non potrebbe le imbarazzanti situazioni di mediocrità. Né eccelli né soccombi: galleggi. Ecco, questa Roma “galleggia”, e non è ammesso farlo in un mare in cui gli altri nuotano a piene bracciate.

E’ normale, poi, che in questi momenti di difficoltà si tracci un bilancio di quello che è stato il mercato giallorosso. In estate, tanti sono stati parecchi i colpi di Sabatini, che ha di fatto ridisegnato il pacchetto difensivo: via Benatia, dentro Manolas, Cholevas, Astori e Yanga-Mbiwa, ma di fatto solo il primo si è rivelato all’altezza di una squadra che ha grandi ambizioni. All’altezza sì, Manolas, ma ancora un po’ acerbo. Comunque, su di lui si può lavorare, così come si può lavorare sull’altro greco, che ha dimostrato di possedere talento e carattere; è sugli altri due che si crea imbarazzo, perché non stanno garantendo quella sicurezza - e quei gol, perché no - che il buon Mehdi era riuscito a garantire lo scorso anno. A centrocampo, poi, pesa come un macigno l’assenza di Strootman (di quello vero, s’intende), mentre in avanti Iturbe, comprato a peso d’oro, non ha, finora, stupito.

Poi, arriva gennaio ed ecco che hai la possibilità di sistemare le cose. E come lo fai? Mandando via Destro e prendendo Ibarbo e Doumbia. Il primo arriva praticamente rotto, il secondo… stanco, spompato da una Coppa d’Africa che ha dimezzato anche il rendimento di Gervinho. Ora, Roma, impossibile non chiedersi perché hai mandato via un goleador, Destro, per prendere due (non giovani) scommesse. Ora, impossibile non chiedersi come si possa pensare di sostenere il passo della Juventus presentandosi in campo con la spinda dorsale del Cagliari di qualche anno fa (Astori-Nainggolan-Ibarbo). Adesso, Roma, impossibile non chiedersi cosa fare per rimediare a una situazione spigolosa, pericolosa, senza poter contare sulle strategie di un mercato che invece di rinforzare la squadra l'ha evidentemente indebolita. Garcia? Tante colpe per lui, perché è ovviamente l’allenatore che detta ciò che bisogna fare in tempo di trattative, e sapevamo che Destro non fosse perfetto per i suoi schemi. Disegnare una Roma a immagine e somiglianza del suo allenatore? Certamente, ma prendendo i giocatori giusti, non quelli che potranno diventarlo se dal Vaticano, magari, fanno un miracolo. Cosa fare ora? Lavorare, e sodo. Soprattutto, tornare a vincere, iniziando a farlo già dalla sfida con il Feyenoord. Perché vittorie portano vittorie, il morale si alza, ed è possibile trarre da tutto questo caos quel po' buono che si sperava di ottenere con molta più facilità.