La ratio di una scelta
Nel concitato periodo post natalizio, con Rudi Garcia sempre più in bilico sulla panchina della Roma, ci si divideva rispetto a cosa la società avrebbe dovuto fare per rimettersi in carreggiata: concludere la stagione con un traghettatore per poi ricostruire con più possibili scelte nella prossima stagione, o prendere subito un allenatore disponibile per tenere in piedi questa annata. Dopo lunghi giorni di riflessione si è giunti alla seconda ipotesi e a Roma è arrivato Luciano Spalletti, tornato nella Capitale per rimettere l’auto in carreggiata e contemporaneamente capire cosa c’è da sistemare e da migliorare in vista del futuro. Già nella prima partita contro il Verona, con appena due giorni di allenamento, il tecnico di Certaldo ha provato a mettere molto del suo: Pjanic regista e Nainggolan incursore, poi la difesa a tre riproposta anche allo Juventus Stadium. E non è detto che non possano esserci ancora novità, magari con uno schieramento a centrocampo dell'ultimo arrivo El Shaarawy.
Tanti cambiamenti in poco tempo, dunque, per una squadra che a cambiare era abituata ben poco, che non hanno fruttato nell’immediato i risultati sperati, pur con attenuanti quasi assolutorie per il tecnico, che contro l’Hellas ha avuto ben poco tempo e contro la Juventus un avversario non certo adatto per il rilancio. Contro il Frosinone, però tali attenuanti non ci saranno ovviamente più ed è auspicabile che la ratio della sua scelta venga posta come priorità assoluta. I giochi per il titolo sono ormai chiusi così come quelli per il secondo posto che avrebbe evitato un’estate di incertezze finanziarie; per il terzo, che manterebbe accesa la fiamma almeno fino alla fine di agosto, ci sono sei punti da recuperare a due avversarie, Inter e Fiorentina, che dovranno venire all’Olimpico e nessuna gara da affrontare in trasferta contro le prime della classe. È una sfida difficile, storicamente di improbabile riuscita per una Roma che prima ancora di continuità nelle vittorie ha bisogno di vittorie e basta, visto che ha ottenuto il successo una sola volta nelle ultime dodici partite.
E per cominciare a vincere partite, forse, sarebbe il caso di muoversi a piccoli passi, facendo cose semplici e ricostruendo mattone su mattone una fiducia che permetta poi di muoversi con più sicurezza anche su campi tattici inesplorati, che possano avvicinare la squadra al salto di qualità mai fatto nella prima parte di stagione. Il difetto principale della precedente Roma era senz’altro un’arretratezza strategica che le garantiva poche soluzioni con cui provare a vincere le partite. Ma in questo momento non c’è forse il tempo per dedicare tutte le energie a un investimento che possa portare dividendi a lungo termine: Spalletti lo sa, come ammesso nella sua conferenza stampa di presentazione, e già col Frosinone, con una settimana di lavoro in più, sarà più facile conciliare le due esigenze.