Il cappio del tempo

10.06.2017 21:00 di Gabriele Chiocchio Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Il cappio del tempo
Vocegiallorossa.it

Il calciomercato della Roma è ormai da anni un gioco a incastri, un puzzle senza conclusione da tenere sul tavolo con attaccati più pezzi possibile per presentare al via della stagione una squadra quanto più competitiva. Via della stagione che è ancora lontano, mentre è sempre più vicina la data del 30 giugno, pezzo portante del puzzle, fondamentale per determinare il resto degli incastri. Entro quel termine, come ben noto, la Roma deve realizzare una certa somma in plusvalenze per presentare all’UEFA un bilancio in sostanziale parità: questo, però, fa gioco di chi dalla Roma deve acquistare, per provare a tirare il più possibile sul prezzo sapendo che dall’altra parte prima o poi si cederà.

È il caso di Salah e del Liverpool, che sembra non voler muoversi da una cifra, quella di 32 milioni, non certo stratosferica per un calciatore da 19 gol e 15 assist stagionali e comunque non adeguata alle esigenze finanziarie del club. Il fattore tempo diventa dunque un cappio e i giallorossi devono adattarsi alla situazione, anche perché alternative non sembrano esserci: l’altro giocatore in odor di cessione, vale a dire Antonio Rüdiger, interessa a una squadra, l’Inter, che dovrà a sua volta aspettare lo stesso 30 giugno per effettuare entrate, e per gli altri big, al di là di presunti interessamenti, innamoramenti e quant’altro, non si vedono al momento all’orizzonte offerte in grado di risolvere la questione o gran parte di essa. Tutto può sempre cambiare in un attimo (lo stesso con cui è arrivato il rinnovo di Kevin Strootman, nel silenzio generale, o in cui sono arrivate notizie di apertura per quello di Manōlas, che non è ancora arrivato ma che ha inaspettatamente più possibilità di arrivare rispetto a qualche settimana fa), due pezzi che sembravano non combaciare possono invece unirsi all’improvviso ma più il tempo scorre e meno diventano le possibilità che questo accada. Dipendere dagli altri non è mai cosa buona e la Roma lo sta imparando una volta di più.