Scacco Matto - Chelsea-Roma 3-3, solo gli errori scalfiscono l'identità giallorossa
A Stamford Bridge la Roma si scopre europea, portando via un punto con personalità e il rammarico di averne lasciati due una volta passata in vantaggio: finisce 3-3 con i giallorossi ancora secondi nel girone C di Champions League.
LE SCELTE - Nel tridente di Eusebio Di Francesco c’è una sorpresa: è Gerson a completare il reparto con Edin Džeko e Diego Perotti; novità anche a centrocampo, dove c’è Maxime Gonalons al centro e Radja Nainggolan e Kevin Strootman ai lati. Unico reparto confermato rispetto alle attese è la difesa, con Bruno Peres, Federico Fazio, Juan Jesus e Aleksandar Kolarov davanti ad Alisson. Conte sceglie il 3-5-2, con Eden Hazard e Alvaro Morata di punta e David Luiz al centro del pacchetto mediano.
FARE E DISFARE - Tante volte la Roma ha peccato di personalità in gare di Champions League, non questa sera: sono i giallorossi a guidare le operazioni in casa dei Campioni d’Inghilterra, amministrando il possesso palla (sarà 61% alla fine del primo tempo, con un picco del 67) e pressando insistentemente il rombo di costruzione dei blues formato dai tre difensori e Thibaut Courtois, più di una volta costretto a rinviare il pallone in fallo laterale. Il recupero palla è la cosa migliore della prima frazione della squadra di Di Francesco, che però peggiora al retrocedere delle linee. La qualità della manovra offensiva è quasi interamente demandata a Perotti, che svaria su tutto il fronte o cerca l’uno contro uno sul suo lato, con Džeko chiamato anche stavolta più a lottare e che a finalizzare e Gerson presente ma lento nel giocare il pallone. A centrocampo Nainggolan è l’unico a tenere il ritmo, con Strootman pericolosamente in ritardo senza palla e poco propenso a inserirsi con e Gonalons ancora una volta impreciso; il problema più grande è dietro, dove la gestione del pallone è da incubo, con due palle perse da Jesus e Bruno Peres (in collaborazione con Gonalons) che fanno nascere i due gol del Chelsea, altrimenti quasi innocuo perché incapace di far nascere azioni offensive manovrate e costretto più volte a ricorrere al lancio lungo. La Roma ha comunque il merito - non scontato, visti i precedenti - di non farsi travolgere dagli eventi e una cavalcata di Kolarov la riporta in partita prima del duplice fischio.
PORTA SINISTRA PER IL PARADISO - All’uscita dagli spogliatoi, la Roma si ripresenta in campo con la stessa personalità con cui l’aveva lasciato, trovando anche la zona per raccogliere quanto seminato: Perotti e Kolarov creano superiorità sulla fascia sinistra contro il solo Davide Zappacosta, minando le fondamenta del Chelsea. Conte prova subito a rimediare: dentro Pedro per David Luiz, con il modulo che diventa 3-4-3 e due giocatori su quel lato, ma ormai l’interruttore della Roma resta acceso e i giallorossi segnano due volte con Džeko, prima spaziale a convertire un lancio di Fazio, poi perfetto nel movimento ad anticipare tutti su un calcio di punizione battuto sempre da sinistra da Kolarov. Sulla situazione di vantaggio, Di Francesco richiama Gerson per inserire Lorenzo Pellegrini, ma un altro errore individuale in marcatura di Fazio permette ad Hazard - decisamente meno alto di lui - di pareggiare ancora. Conte sceglie allora Antonio Rüdiger, alzando Cesar Azpilicueta, e poi Willian per Hazard per provare a sfondare in velocità sull’out e a sfruttare la stanchezza - fisiologica della Roma. L’ossigeno di Florenzi è utile ai giallorossi per non mollare fino alla fine e portar via un preziosissimo punto da Londra.