A. De Rossi: "Roma come la Cantera del Barça? Noi siamo pronti"
Alberto De Rossi, allenatore della Roma Primavera campione d'Italia, a Radio Manà Manà ha parlato di Paoloni, il portiere del Benevento coinvolto nell'inchiesta sul calcioscommesse e cresciuto nel settore giovanile giallorosso. "L'ho allenato per cinque anni, dai dieci anni ai quindici anni. Lo ricordo come un ragazzo normale, come tanti altri. Vederlo in quelle foto mi ha fatto tanta tenerezza e dispiacere. Di più non so dire, non abbiamo la sfera di cristallo per sapere cosa faranno i nostri calciatori in futuro.
Il nostro compito è di formarli e di farli diventare calciatori professionisti, il resto lo fanno le vicissitudini della vita, che ti portano da una parte o dall'altra. Lo scudetto Primavera? Un risultato importante, quasi inaspettato. Questa è una squadra che viene da lontano. Dietro c'e' il lavoro di tante persone. Va dato il merito a chi ha scovato questi ragazzi nei campi di periferia. E poi, una menzione particolare a tutti gli altri colleghi Ho molta curiosita' di parlare con il nuovo staff di prima squadra. Il Barcellona sta facendo un lavoro enorme sul settore giovanile, otto giocatori nella lista della finale di Champions League, venuti direttamente dal vivaio, sono un grande risultato. Se verranno apportate novita' al nostro metodo di lavoro, ben vengano. Noi siamo pronti".
"Il calcio italiano potrebbe ispirarsi a quello spagnolo e mandare le squadre B nelle serie inferiori - continua De Rossi - "Se fosse per me, lo farei subito. Abbasserei prima l'età della Primavera e poi introdurrei questa nuova formula. Sacchi sta facendo di tutto per migliorare il movimento. Sta dimostrando grande dinamicità per apportare novità al settore. Su tutte, ha proposto di ristrutturare il campionato allievi, sul modello del campionato primavera: al momento, c'e' un dislivello enorme tra le squadre semi-pro e professionistiche. E queste differenze non fanno bene ai ragazzi. La prima intenzione e' quella di abbassare l'eta' delle squadre e poi, in una seconda fase, adottare il modello spagnolo. Negli altri stati si fa, non vedo perche' non si debba fare da noi. In un contesto del genere le partite sarebbero vere, i calciatori sarebbero stimolati nel modo giusto a conseguire risultati contro avversari professionisti. Il loro processo di crescita potrebbe accelerarsi".