Scacco Matto - Roma-Lione 2-1, i francesi tengono contro il ritmo giallorosso

17.03.2017 16:44 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Scacco Matto - Roma-Lione 2-1, i francesi tengono contro il ritmo giallorosso
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Non basta il 2-1 alla Roma, che esce dall’Europa League per mano del Lione: segnano Diakhaby e Strootman, prima dell’autogol di Tousart.

LE SCELTE - Per tentare la rimonta, Spalletti si affida alle certezze: davanti ad Alisson giocano Konstantinos Manōlas, Federico Fazio e Antonio Rüdiger. Con Emerson Palmieri non al meglio, i due esterni sono Bruno Peres e Mario Rui, con Daniele De Rossi e Kevin Strootman in mediana. Mohamed Salah e Radja Nainggolan accompagnano Edin Džeko davanti. Maxwel Cornet e Mathieu Valbuena sono le due ali del Lione, ai lati di Alexandre Lacazette.

A MILLE - Come prevedibile, la partita inizia con ritmi forsennati portati dalla Roma. I giallorossi si spezzano subito in due, con De Rossi che inizia l’azione insieme ai difensori e Strootman che si piazza più avanti per aumentare la presenza offensiva della Roma. Il pallone si muove verticalmente e con passaggi diretti, anche per spaventare il Lione che da subito comincia ad attuare tecniche di perdita di tempo forse anche oltre un certo livello di accettabilità. Per fare tutto questo, però, i giallorossi devono accettare l’uno contro uno in fase difensiva, specie sulle due fasce dove Mario Rui e Bruno Peres hanno compiti chiaramente offensivi: l’uno contro uno tra Cornet e Rüdiger è mortifero per il tedesco, che commette fallo generando la punizione ben battuta da Valbuena e schiacciata di testa da Diakhaby per il vantaggio ospite, potenzialmente mortifero per l’esito del doppio confronto. Solo un immediato pareggio potrebbe sanare, almeno momentaneamente, la falla e la Roma è fortunata e brava a trovare subito il gol dell’1-1, con un altro calcio da fermo battuto da Daniele De Rossi e trasformato da Kevin Strootman.

RIFIATARE - Con un gol per parte non cambia il discorso legato alla qualificazione, ma la lancetta delle energie mentali si sposta leggermente verso la squadra di Spalletti, che ha però bisogno di rifiatare, non potendo mantenere certi ritmi per tutta la durata della gara. Le formazioni si allungano e già intorno alla mezz’ora si vedono fasi di attacco e contrattacco; anche perché nel momento in cui i ritmi si abbassano, il pallone lo tiene maggiormente il Lione grazie alla sua qualità in mediana, con la Roma paradossalmente costretta a ripartire per avvicinarsi alla porta di Lopes, bravo ancora su Strootman dopo una seconda palla rigiocata dentro da Džeko e rifinita da Salah.

CAMBIO LAMPADE - l secondo tempo vede lo stesso copione, ma nel circuito in serie della Roma c’è una lampadina spenta che compromette tutto il sistema: è Bruno Peres, che spesso sbaglia scelta terminando con un nulla di fatto le azioni offensive dei suoi. È il brasiliano il primo a essere sostituito e al suo posto entra Stephan El Shaarawy, che rileva i suoi stessi compiti. Con, però, una qualità diversa: dopo il contrasto vinto con Valbuena, il Faraone azzecca la prima scelta mettendo dentro il pallone che Tousart finisce per spedire nella propria porta. E anche dopo il 2-1 la Roma ha il merito di continuare a spingere senza sosta, riuscendo anche a limitare i rischi dietro, continuando inoltre a farlo quando a sinistra esce anche l’altro terzino, Mario Rui, per fare spazio a Diego Perotti.

RISERVA LUNGA - A Génésio serve benzina: pronti Mapou Yanga-Mbiwa per Emanuel Mammana e Nabil Fekir per Lacazette. Il Lione, al di là dell’ovvia pressione tecnica, non sembra soffrire però fisicamente: le corse all’indietro per fare fronte compatto alle offensive giallorosse non scemano e c’è anche la forza per spingere le ripartenze, se non altro per tenere il pallone lontano dalla propria porta. La carta Totti (che entra per De Rossi, con Nainggolan che finisce in mediana) è un classico tentativo di pescare il jolly che però dal mazzo non esce. Il secondo dei quattro tempi del doppio confronto finisce per essere decisivo: il margine d’errore disponibile nei secondi novanta minuti era troppo esiguo ed è stato bruciato troppo rapidamente.