Scacco Matto - Roma-Fiorentina 4-1, i giallorossi puniscono senza pietà
Sono sette le vittorie consecutive per la Roma, che batte anche la Fiorentina staccandola al terzo posto in classifica.
LE SCELTE - Dopo averlo fatto con l’Empoli, contro un’altra squadra abituata a proporre gioco come la Fiorentina Spalletti rinuncia a Edin Dzeko: in avanti c’è ancora il tridente composto dal falso nuoeve Diego Perotti e dagli esterni Mohamed Salah e Stephan El Shaarawy, pronti a stringere centralmente. Davanti a Szczesny, con Manolas, Rüdiger e Digne c’è Alessandro Florenzi e non Maicon, mentre a centrocampo Keita fa il regista, con Miralem Pjanic e Radja Nainggolan ai suoi lati. Paulo Sousa invece lascia a riposo Milan Badelj preferendogli Tino Costa accanto a Vecino. Nel formale 4-2-3-1 del pregara, sono Ilicic, Borja Valero e Bernardeschi a posizionarsi alle spalle di Nikola Kalinic.
LA PARTITA - Paulo Sousa aveva promesso di giocare a viso aperto e non disattende le sue intenzioni. Il 4-2-3-1 dei viola, che con l’avanzamento di Marcos Alonso e lo scivolamento a destra di Bernardeschi diventa un 3-4-2-1 con Borja Valero e Ilicic alle spalle di Kalinic, è molto aggressivo: in particolare Miralem Pjanic è bersaglio dell’aggressione di Vecino e la manovra della Roma è disturbata fin dalla sua costruzione bassa. I giallorossi agiscono in transizione, lasciandosi aperte entrambe le possibilità, sia la manovra più ragionata che il rilancio veloce. La seconda soluzione è quella che si rivela vincente: grazie alla corsa di Nainggolan, la completezza di Keita e il lavoro di raccordo di Perotti, il centrocampo viola è scoperto e Pjanic può agire tra le linee, mandando in verticale Salah (in posizione sospetta) che permette a El Shaarawy di concludere. Poi, in un’azione molto simile a quella della partita di andata, con tre uomini a combinare sulla fascia destra per aggirare il centrale di sinistra della Fiorentina, un po’ di fortuna aiuta i giallorossi in occasione del raddoppio, favorito da una deviazione, che manda in bambola i viola: Astori si addormenta e lascia andare Perotti, che grazia Tatarusanu centrando la base del palo. In generale, la Fiorentina non riesce a cambiare marcia senza la qualità di Borja Valero e soffre a sua volta la qualità della Roma, che manda fuori giri l’aggressione degli avversari e non riesce a contenere le folate degli esterni, innescati perfettamente grazie a quello che, di fatto, è un doppio trequartista, con la coppia Perotti-Pjanic che si divide perfettamente lo spazio tra le linee. L'argentino gioca praticamente a tutto campo associandosi di volta in volta al compagno di turno, mentre il bosniaco è più libero di guardare la porta e servire deliziosi cioccolatini, in una versione 2.0 della trequarti della Fiorentina.
I CAMBI - Un infortunio mette fuori causa Borja Valero dopo appena 29 minuti e al suo posto subentra Tello: l’ex di Barcellona e Porto si posiziona a destra, mandando Bernardeschi a sinistra e rendendo il modulo viola un 4-2-3-1 più definito, con Ilicic alle spalle di Kalinic. Poi si fa male anche Vecino ed entra Milan Badelj, ma in campo le cose non cambiano: Roncaglia sbaglia a valutare l’attività del fuorigioco di El Shaarawy su un lancio dalle retrovie di Szczesny e permette a Digne di servire proprio l’ex di Milan e Monaco, bravo a giocare basso per Perotti che fa 3-0. Simbolico come l'azione parta dai piedi del portiere, simbolo di come la qualità sia al potere nel nuovo ciclo spallettiano, sin dai primi metri di campo. Solo un’altra ingenuità, di Lucas Digne, rimette in partita la Fiorentina con la rete di Ilicic su calcio di rigore: l'azione della conquista del penality è una delle pochissime in cui gli ospiti riescono a giocare il pallone dalla trequarti senza pressione. Il gol potrebbe rimettere in gioco mentalmente la squadra di Sousa, ma dopo un tentativo di iniziare forte nella ripresa, riemergono le differenze di qualità in campo e un assist a memoria di Pjanic manda in porta Salah che viene tenuto in gioco ancora da Roncaglia e che chiude definitivamente il match. Per stare sul sicuro, Spalletti inserisce Vainqueur per Perotti, alzando la posizione di Pjanic e rinforzando il centrocampo, poi, a ridosso della conclusione della sfida, manda dentro anche Totti e Dzeko per gli altri due attaccanti, senza un particolare valore tattico ma solo per concedere una passerella a subentranti e sostituiti, a partita ormai ridotta a puro garbage time.
LA CHIAVE - I giallorossi hanno disinnescato praticamente tutte le armi della Fiorentina, sono stati quasi spietati nel chiudere la partita il più velocemente possibile e, come se non bastasse, hanno reagito anche ai due eventi negativi - palo di Perotti e gol su rigore di Ilicic - che avrebbero potuto rimettere in discussione il match. Una vera e propria prova di forza sotto tutti gli aspetti.